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domenica, ottobre 05, 2008

Eva Mendes: l'ipnosi contro i ragni

L'attrice confessa la sua più grande paura

Eva Mendes è una delle attrici più belle e sensuali del momento. La star del cinema internazionale ha confessato di aver sofferto di aracnofobia: era terrorizzata dai ragni. Problema che sembra essere riuscita a superare grazie all'ipnosi.

"I ragni - ha spiegato la Mendes - mi spaventavano da quando ero piccola. Se mi capitava di vederne uno, avevo una vera e propria reazione fisica. Soffrivo di aracnofobia. Ero così fino ad un anno fa. Se c'era un ragno, cercavo qualcuno che lo uccidesse. Non riuscivo neanche a parlare, mi tranquillizzavo solo quando era morto".
Se poi un bel ragnetto gironzolava nella sua camera da letto, allora Eva trascorreva la notte insonne. Ma ora sembra tutto passato perchè, come ha confessato la stessa attrice, è ricorsa all'ipnosi: "Non mi facevano oscillare un orologio davanti alla faccia o cose simili. Non so di preciso cosa mi abbiano fatto ma ha funzionato, ora vedrò un ragno e non perderò la calma".

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martedì, giugno 24, 2008

L'ipnosi come prova in tribunale ?

Don Giorgio Carli
La vittima ricorda durante la psicanalisi: per il giudice è una prova
Di :FERDINANDO CAMON (tratto da:La Stampa)

BOLZANO
Contiene due rivoluzioni, una nel diritto e una nella psicanalisi, la sentenza del tribunale di Bolzano, sulla quale Rai3 manda in onda una trasmissione («Ombresulgiallo») oggi in prima serata: la sentenza chiude il processo di una ragazza contro un prete che l’avrebbe violentata da quando lei aveva nove anni fino a quando ne aveva quattordici. La ragazza, in quegli anni zitta e docile (nove anni son pochi, non capiva nulla; però quattrodici son tantini), più tardi cominciò a patire dei disturbi per cui entrò in una terapia analitica, e l’analisi avrebbe fatto riemergere in lei ricordi lancinanti, così dettagliati da convincerla che contenevano la verità. Si aprì un processo che si basava su un terreno insidioso: può l’inconscio testimoniare la verità?

Sul lettino
La ragazza s’è fatta 350 sedute di psicanalisi, una particolare psicanalisi che non è freudiana né junghiana (poi ne parleremo), ha discusso con l’analista e ha portato in tribunale numerosi sogni, ma ce n’è uno in particolare, in cui lei sogna violenze di marocchini in un bar che si chiama San Giorgio: nome allarmante, perché le violenze che lei denuncia sarebbero avvenute in una parrocchia che si chiama San Pio X, e il prete che le avrebbe compiute si chiama don Giorgio.

Questo sogno è sembrato determinante. Ma se fosse determinante, sarebbe il primo caso in cui un colpevole risulterebbe «incastrato da un sogno» (o, peggio, da una fantasia). E’ qui la rivoluzione. Nell’attribuire al mondo dei sogni la funzione di garanzia sul mondo reale, tanto forte da reggere una condanna pesante. In primo grado infatti (20 febbraio 2006) il prete fu assolto, ma in secondo grado (16 aprile 2008) fu condannato a 7 anni e mezzo. L’assoluzione in primo grado dipese da alcuni punti deboli dell’accusa, che il prete aveva fatto notare: se la ragazza mi avesse visto spogliato, osservò, saprebbe che sul mio corpo c’è un segno particolare (la circoncisione). Il secondo grado di giudizio fu deciso riesaminando lo stesso materiale probatorio discusso in primo grado, ma stavolta con un altro orientamento, più disposto a riconoscere una vicinanza tra sogno e realtà, tra materiale onirico e prove a carico.

L’amico che non c’era
Otto anni e mezzo di carcere, con quelle motivazioni, sono la fine, per un prete. Adesso si pronuncerà la Cassazione. La Cassazione è attesa a un passo storico. Quel che deciderà lascerà una traccia nella storia del diritto e nella storia della psicanalisi. Perché dovrà pronunciarsi sull’utilizzabilità del sogno in tribunale, il suo rapporto col vissuto, il grado in cui il sogno deforma o conferma la realtà, e le possibilità che la memoria, perduta per una serie di traumi, possa venir ricostruita con particolari tecniche psicanalitiche. La ragazza infatti non è andata in un’analisi freudiana o junghiana, ma s’è sottoposta a un metodo che si chiama «distensione immaginativa», che non è molto lontano dall’ipnosi. Questo metodo dovrebbe permettere alla memoria di allargarsi fino a rioccupare il terreno dal quale s’era ritirata. Rioccupando quel terreno, la ragazza vi ha visto, sopra, don Giorgio, qualche volta con un amico, le loro ripetute violenze, come quelle che nelle cronache talvolta commettono i marocchini. Dimenticavo: l’amico di don Giorgio, un ragazzo, che non ricordava nulla, fu invitato a sottoporsi anche lui alla «distensione immaginativa», ma anche alla fine della cura non ricordava niente.

Era il tentativo di «costruire un testimone mediante la psicanalisi»? Comunque, è fallito. Nessun dubbio però sul fatto che quelle violenze, per la ragazza, siano verità, tant’è vero che la fanno ammalare, la caricano di sintomi. Il problema è se i sintomi siano il prodotto della realtà esterna o della realtà interna. Gli psicanalisti dicono che non è la biografia o la storia che genera nevrosi, ma la nevrosi che genera biografia e storia. Perciò i sogni e le fantasie si usano in analisi, non nelle aule giudiziarie. Se i sogni di coloro che vanno in analisi fossero prove a carico, non basterebbero tutte le prigioni ad accogliere i loro famigliari e amici e conoscenti. Quando leggiamo che un imputato è «incastrato dal dna, o da una scheda telefonica, o da una impronta», ci sentiamo sollevati; ma adesso leggiamo che un imputato è «incastrato da un sogno» o «da una fantasia indotta», e francamente ci sentiamo allarmati.

Psicolife non si permette di commentare sul termine usato come «distensione immaginativa», per l'ovvia e banale definizione di una tecnica come fosse un processo analitico dall'evidente epistemologia lasciata volutamente "confusa" e dal cronista che dallo psicanalista di cui ci si guarda bene dal fare il nome.

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mercoledì, marzo 26, 2008

Fergie: Cura della tossicodipendenza con l´ipnosi

L’ex tossicomane Fergie, bionda frontman dei Black Eyed Peas, combatterà la sua diendenza dalle droghe per il resto della sua vita e si sta ad un trattamento per liberarsi completamente dalla schiavitù delle droghe sintetiche con l’ipnosi. Sebbene sia ormai completamente pulita da metanfetamine e dall’ecstasy, la cantante – interprete del pezzo di Michael Jackson Beat it nell’album del Re del pop “Thriller 25th” – si sottopone di anno in anno a terapie di richiamo.
Non vado dentro e fuori dalle cliniche. È un lavoro continuativo. Mi curo con l’ipnosi, che è qualcosa di veramente importante nella mia vita. Funziona bene con me perché lavora a livello subconscio” ha detto Fergie.
La moda di utilizzare l'ipnosi per risolvere i problemi legati alla dipendenza attiva da sostanze (alcool, sigarette, cocaina,ecc...) è sempre più alimentata dalle varie star che con il loro atteggiamento promuovono il passaggio di informazione nei fan.
L'approccio ipnotico a tali comportamenti sostanze-dipendenti DEVE tenere conto anche dei comportamenti stato-dipendenti correlati alle abitudini e per questo l'approccio direttivo, ancora molto spesso in voga e altrettanto spesso promosso da ipnotisti di dichiarata fama, va a colpire la sintomatologia e può promuovere nel soggetto una rapida e/o immediata efficacia.
Gli studi sull'evidence base di tale approccio dimostra che l'utilizzo di induzioni e suggestioni direttive, nonostante gli apparenti immediati effetti, a lungo termine decrescono fino a portare alla ricomparsa degli atteggiamenti stato-dipendenti.
L'approccio indiretto invece tiene conto delle motivazioni e delle vulnerabilità sottostanti al "desiderio" di tale stato e ne promuove una dissoluzione in lniea con il sentire del paziente e con la rinnovata capacità di interrompere il pattern cognitivo-comportamentale della dipendenza e del desiderio della sostanza; garantendo lo stesso risultato dell' ipnosi direttiva con il vantaggio della efficacia a lungo termine dell'ipnosi indiretta.
D'altro canto l'approccio ipnotico indiretto richiede un percorso psicoterapeutico più lungo della tecnica direttiva, che implica un allenamento e un consolidamento della capacità del paziente di sviluppare stati ipnotici di trance profonda, passando dalle 3-5 sedute risolutive, tipiche dell'approccio diretto, alle 20 o più sedute della tecnica indiretta.

martedì, febbraio 12, 2008

Anestesia e Analgesia: Sull'Agenda della Salute

Copertina Agenda Della SalutePsicolife sull'Agenda della Salute

Questo mese sull'Agenda della Salute trovate un articolo del Dr. Massimiliano Zisa sull'argomento Psiconcologia.

L'articolo riassume in breve l'apporto della psicologia sia nel sostegno alle famiglie, nel paziente oncologico e nella gestione del dolore oncologico con tecniche ipnotiche.

Potete trovare l'articolo direttamente nella sezione del sito Psicolife.com alla voce Informazione Scientifica : Articoli

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