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mercoledì, aprile 22, 2009

Mal di testa, dolori reumatici e stress, ecco una cura senza farmaci Ipnosi per soffrire meno C'è anche chi sbaglia e si ustiona i piedi

tratto dal: il Tirreno

PISTOIA - Mal di testa, dolori reumatici, ma anche mal di denti. Piuttosto che imbottirsi di cachet è spesso molto più efficace un intervento di autoipnosi. Questi malesseri trovano infatti sollievo grazie all'ipnosi, mediante la quale si alleviano anche le situazioni di stress ed ansia. La riduzione del dolore è un effetto che hanno positivamente sperimentato i partecipanti ai corsi di autoipnosi tenuti in città dallo psicologo e psicoterapeuta Massimo Fochi e dal dottor Francesco Natali.
L'occasione per parlare delle proprie esperienze e dell'avvicinamento alla tecnica ipnotica è stata la riunione pubblica che si è tenuta nei giorni scorsi e che fa parte del calendario delle riunioni che i due professionisti tengono per diffondere la conoscenza della pratica ipnotica e contrastare quel triste fenomeno che è invece l'ipnosi da spettacolo. Antonello racconta che è stata sua moglie ad aver deciso di avvicinarsi all'ipnosi, ma poi si è tirata indietro ed invece proprio lui, scettico di ferro, ha consentito di essere ipnotizzato e poi di imparare a farlo da solo.

«Grazie all'autoipnosi riesco a combattere efficacemente il mal di testa e poi vi ricorro per concentrarmi quando devo sostenere qualche gara di bersaglio con le freccette, il mio sport preferito». Il dottor Fochi commenta come proprio le persone più scettiche si rivelino spesso le più capaci di raggiungere stati di trance profondo, come avviene nel caso di Antonello, il quale si è sottoposto volontariamente ad una dimostrazione anche nel corso dell'incontro di alcune sere fa. Addirittura Antonello, negli stati più profondi, parla in irlandese, una lingua a lui conosciuta solo in parte in stato vigile. Risultati invidiabili li ha raggiunti anche Marcella, avvicinata all'ipnosi per alleviare alcuni suoi dolori ricorrenti. La giovane donna ha raccontato nel corso dell'incontro la sua esperienza, che lei stessa definisce «un evento».

«Prima ero timidissima - dice - e non avrei mai preso la parola davanti a più persone, poi, grazie al rilassamento che ho trovato con l'ipnosi sono riuscita a risolvere questo mio problema. La prova più importante è stata però quando mi sono dovuta sottoporre ad un'isteroscopia con prelievo per biopsia, in una clinica fiorentina.

Questi esami sono pittosto dolorosi ma io, grazie al sostegno del dottor Fochi, ho deciso di sottopormici in stato ipnotico. I medici erano stupiti della mia serenità mentre effettuavano l'esame e solo sul finire ho detto loro qual era il mio segreto. E andato tutto bene e non ho avvertito alcun dolore». «L'ipnosi può lenire molti dolori - conferma il dottor Fochi - ed anche permettere di intervenire terapeuticamente per sbloccare situazioni di sofferenza psicologica, quali attacchi di panico o fobie. E però come una bicicletta che deve essere usata con cognizione, altrimenti può rivelarsi negativa.

Un esempio di questo tipo riguarda l'ipnosi da spettacolo, quella che ci viene propinata con cialtroneria da trasmissioni televisive nel corso delle quali un soggetto viene portato in una situazione alterata solo per creare clamore, davanti a tanta gente ed addirittura alle telecamere. Un altro esempio di uso negativo dell'ipnosi può essere quello di coloro che ripetutamente intervengono per bloccare malesseri ricorrenti.

Il dolore è spesso il segnale che qualcosa non va nel nostro organismo ed il fatto di poter evitare la sofferenza può far desistere dal rivolgersi ad un medico anche quando invece questo sarebbe necessario». Di uso distorto dell'ipnosi, anzi dell'autoipnosi ne sa qualcosa Fabrizio, anch'egli partecipante al corso sull'autoipnosi. «Una sera sono rientrato a casa molto stanco - racconta - e per trovare sollievo avevo deciso di fare un pediluvio.

Davanti alla bacinella dell'acqua ho scoperto che questa era troppo calda, ma ormai mi ero seduto e non volevo alzarmi di nuovo. Allora mi sono concentrato per abbassare la sensibilità ai piedi ed ho fatto serenamente il pediluvio. Solo dopo ho scoperto che i miei piedi si erano così arrossati che per tre giorni ho faticato a mettere la scarpe»

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