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martedì, gennaio 18, 2011

Ipnosi è uno stato di coscienza ?

Per stato di coscienza alterato s'intende uno stato di coscienza diverso dallo stato ordinario, o di base, caratterizzato dalla veglia lucida.
Uno stato di coscienza alterato è caratterizzato da uno spostamento qualitativo nel modo di funzionare della mente, senza implicare il concetto di patologia.
Le alterazioni della coscienza sono di genere molto diverso, ma esse tutte rappresentano una deviazione dallo stato normale di luciditàcontinuità e connessione. I vari modi per indurre uno stato alterato di coscienza, mettono in luce il fatto che il nostro ordinario stato di coscienza è solo una delle tante possibili strutturazioni della mente. Tra gli stati alterati di coscienza i più comunemente noti sono:
  • Trance Ipnotica
  • Ubriachezza
  • Reazione a droghe
  • Reazione a psicofarmaci
  • L'innamoramento e altri stati psicologici
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mercoledì, novembre 10, 2010

Cosa accade in Ipnosi

Prima di illustrare che cosa accade nello stato alterato di coscienza chiamato trance profonda, esaminiamo esempi di casi di trance naturalistica, ossia spontanea e quotidiana, che viviamo (senza averlo mai saputo) ogni 90-120
minuti.

Un esempio di trance quotidiana è quello che viviamo quando:
  • leggiamo un libro
  • guidamo
  • guardiamo un film
  • viviamo momenti di emergenza (piccoli shock)
  • disegnamo o scriviamo in modo automatico (es. mentre stiamo al telefono)
  • siamo assorti in un ricordo o in un pensiero
  • ci prendiamo una pausa fissando un punto o fantasticando
Durante questi stati di trance quiotidiana accadono delle modificazioni psicofisiche evidenti ad un occhio allenato, tra le più evidenti si possono osservare:
  • passaggio al predominio del parasimpatico
  • modificazioni del comportamento oculare
  • modificazioni del comportamento  motorio
  • alterazioni uditive, visive e tattili
  • modificazioni cognitive
  • modificazioni affettive
  • modificazioni del comportamento sociale
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    domenica, giugno 11, 2006

    L’ipnosi come trattamento integrativo nella cura dell’obesità

    Studio clinico di efficacia e di efficienza. Progetto osservativo preliminare
    L. Merati, F. Barbagelata, D. Noè*, P. Lanzi*, R. Ercolani, R. Galeaz, L. Grigoletto, M. Porreca, M. PoliCentro Ambulatoriale di Medicina Psicosomatica - U.O. Semplice di Dietologia * - U.O.Medicina I° - A.O. Ospedale San Carlo Borromeo, Milano

    Uno dei problemi principali nel trattamento dell’obesità è quello di ottenere, con tecniche tradizionali (dieta, esercizio fisico, terapia farmacologica e chirurgica), una rapida perdita di peso, che tuttavia tende a fermarsi e spesso a ritornare ai valori iniziali, dando luogo a quella che è stata definita “la sindrome jo-jo”, dove a ripetute diete consegue uno stato di ‘refrattarietà’ psicofisica del soggetto, che rende vano ogni ulteriore intervento.

    Nella nostra casistica, di soggetti ‘difficili’ alla rieducazione alimentare,.abbiamo assistito già dalla fine del trattamento ipnotico (2 mesi) ad un miglioramento di tutte le variabili considerate: massa corporea, compulsività, benessere soggettivo e consumo di risorse economiche per disturbi correlati al peso. Tale condizione non solo si mantiene ma addirittura appare consolidarsi nel tempo (6 mesi), realizzando l’obiettivo primario dello studio che era quello di verificare se l’utilizzo di un trattamento complementare come l’ipnosi a cicli brevi di gruppo, accanto alla terapia nutrizionale classica, fosse in grado di mantenerne l’efficacia a distanza. Già il significativo decremento del peso corporeo, allineato agli standard della terapia classica (dieta + esercizio fisico), appare un successo in questi pazienti.

    Il persistere degli effetti a distanza di 6 o più mesi, appare in relazione allo sblocco comportamentale con l’abbandono delle condotte scorrette e miglioramento stabile delle abitudini di vita. In effetti l’ipnosi di gruppo, agendo a livello profondo, rinforza le motivazioni al cambiamento, eliminando i condizionamenti esperienziali ed aprendo stabilmente la strada alla strutturazione di una nuova e diversa immagine corporea. Il rapido e persistente decremento delle frequenti pratiche compulsive (abbuffate; vomito autoindotto, abuso di farmaci lassativi e/o diuretici) osservato nei nostri pazienti, appare un fattore determinante la diminuzione del peso corporeo. La diminuzione delle limitazioni conseguenti all’eccesso di peso (Indice di Benessere Soggettivo) determina un miglioramento della qualità di vita che appare più graduale e sembrerebbe, come atteso, parallela alla perdita di peso.

    Quasi conseguente è l’altissima significatività riscontrata nella riduzione di carico sociale per prestazioni sanitarie e giornate lavorative perse.In tempi di culto dell’immagine, nei quali fioriscono diete ‘fai da tè’ ed il mercato dilaga con proposte illusorie, mentre la terapia dietetica classica appare spesso insufficiente l’aumento del peso corporeo, sembrerebbe che l’azione diretta delle induzioni ipnotiche, ottenga l’effetto di riportare le aspettativa di risultati verso sé stessi e verso idonee condotte di vita, interrompendo il flusso ininterrotto della richiesta di soluzioni esterne ‘miracolose’ alle quali affidarsi. Il carico di morbilità e mortalità dovuti all’obesità o alle malattie direttamente correlabili ad essa, richiede interventi rapidi ed efficaci per controllare il fenomeno.

    E’ auspicabile una alleanza tra le diverse discipline , nutrizionale, chirurgica, psicologica che affronti adeguatamente questa complessa patologia. Gli obiettivi a lungo termine pongono nel cambiamento dello stile di vita l’unico efficace rimedio al problema dell’obesità e l’ipnosi, potente strumento di intervento sul comportamento (5-7-11-12-13), appare particolarmente idonea ad affiancare l’intervento tradizionale nutrizionale e/o chirurgico per potenziarne l’efficacia e il mantenimento dei risultati a distanza, al fine di realizzare una reale e persistente rieducazione alimentare.

    La nostra esperienza in questo studio osservazionale, se pur preliminare,appare estremamente incoraggiante. I dati raccolti ci confortano a proseguire con studi più approfonditi che diano conferma dei risultati.

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    mercoledì, maggio 17, 2006

    Teoria sull'Inconscio, Teoria degli insiemi infiniti. Parte IV

    L'ipnosi Ericksoniana secondo la bi-logica
    Alla luce di queste ultime "teorie" possiamo intendere e reinterpretare il Milton Model a seconda degli schemi linguistici capaci di attivare il pensiero asimmetrico (ingannandolo con falsi sillogismi) o il pensiero simmetrico.

    Matte Blanco proponeva in linea con ciò che insegnava Erickson di parlare al paziente con il linguaggio dell’inconscio, utilizzando una tecnica che non disdegna l’uso della metafora, della poesia, dello humour, dei giochi di parole (p. XCIV)

    Notiamo inoltre che l’ipnosi a differenza delle terapie basate sull’insight si spinge a profondità sempre maggiori di pensiero simmetrico con lo scopo di costruire delle "reti di simmetria" più funzionali rispetto a quelle patologiche in corso.

    Erickson come Freud e molti altri grandi psicoterapeuti spodesta l’Io dalla sua presunta centralità. Secondo Erickson c’è una parte - l’inconscio - che lavora secondo logiche estranee all’Io conscio e che occorre ascoltare perché è molto più saggia.

    Da ciò derivano le tecniche di confusione e depotenziamento degli schemi coscienti al fine di andare oltre ai limiti appresi e aprire un varco verso l’iperspazio della mente inconscia creando nuove connessioni, nuove metafore, nuove associazioni in una vera e propria arte della tessitura.


    Ambiguità fonologica
    Un altro elemento importante dell’approccio Ericksoniano risiedeva nel controllo del suo paraverbale come se fosse uno strumento musicale utilizzabile per evocare significati al di là del contenuto puramente logico.La "musicalità" della sua voce si manifestava attraverso il tono, le variazioni di ritmo, le pause, la sottolineatura analogica. Tutto ciò consentiva di veicolare messaggi ulteriori e faceva spostare l’attenzione del paziente dal contenuto alla musicalità del suo linguaggio, dal significato al significante sonoro.

    Anche Freud era consapevole dell’importanza del paraverbale e prescriveva all’analista di mantenere un’attenzione fluttuante così da non preoccuparsi "di tenere a mente alcunché". In tal modo piuttosto che indulgere a speculazioni ed elucubrazioni poteva "cogliere l’inconscio del paziente col suo stesso inconscio"

    L’uso di ambiguità fonologiche, sintattiche o di portata potenzia questo processo inconscio attivando rapporti simmetrici.Ambiguità di portata:"Parlandoti come se fossi ipnotizzato"Frase che può essere intesa simmetricamente in entrambi i sensi:_ Io ti parlo come se tu fossi ipnotizzato;_ Io ti parlo come se fossi io ipnotizzato.Nella logica asimmetrica solo uno dei due significati può essere vero mentre secondo il principio di simmetria sono veri entrambi allo stesso tempo.Ambiguità sintattica:"L’ipnosi di un ipnotizzatore può essere pericolosa"Ipnotizzare un ipnotizzatore può essere pericoloso=essere ipnotizzato da un ipnotizzatore può essere pericolosoLo stesso discorso vale per altri tipi di ambiguità come quelle fonologiche come per esempio con parole che hanno più di un significato. In tutti questi casi così come con altri effetti sonori (rime, assonanze, alliterazioni, ritmo, ecc..) scattano nell’ascoltatore delle simmetrizzazioni.Nominalizzazioni
    Le nominalizzazioni raggruppano in un’unica classe un’infinità di fenomeni specifici e ciò da adito ad ambiguità.Per esempio, che cosa vuol dire spiegare? Come stabilire in modo univoco - quindi secondo la logica asimmetrica - che cosa sia una spiegazione da che cosa non lo sia?La nominalizzazione è un perfetto esempio di bi-logica: da una parte i concetti astratti che veicola si prestano alla simmetrizzazione ma al contempo sono applicabili - tramite una ricerca transderivazionale - a un aspetto specifico della vita del paziente.Tale fenomeno può essere interpretato anche tramite il concetto di funzione proposizionale. Una funzione proposizionale è un enunciato aperto con un numero enorme di valori che lo soddisfano ma che assume senso per il soggetto solo quando alla variabile viene assegnato un valore preciso. Questo meccanismo opera nelle nominalizzazioni, nelle cancellazioni, nei verbi non specificati, nelle ambiguità, nelle metafore.


    Metafora
    La metafora per la sua particolare struttura bi-logica consente a Erickson di parlare all’inconscio impegnando contemporaneamente anche l’Io conscio: "la comprensione della metafora implicitamente comporta l’estrazione di relazioni generali da un esempio particolare, e il successivo riconoscimento che queste relazioni generali si applicano anche ad un altro esempio particolare" (Matte Blanco I., L'inconscio come insiemi infiniti, Einaudi, Torino 1981, p. 449)
    C'è un continuo oscillare fra questi due poli nel tentativo di dare un significato specifico al racconto: "Fiabe, storie, racconti e metafore rappresentano un'area di intersezione tra reale e fantastico; una sorta di zona franca dove il fantastico del reale e il reale dell'immaginario si intersecano." (Fabio Rondot, Maria Varano, "Come si inventano le fiabe", Edizioni Sonda, p. 60)
    La metafora ci fa tornare bambini è come un gioco che consente di trasfigurare la realtà: "Spezzando il legame referenziale abituale tra segno e significato, la metafora ravvicina elementi che nella realtà sono differenziati e condensa in una sola immagine più significati" (Fabio Rondot, Maria Varano, "Come si inventano le fiabe", Edizioni Sonda, p. 38)

    Alcuni esempi della vita quotidiana: "Mi sento come un leone", "È un lupo travestito da agnello", "Senti il ruggito del motore", "È stato un fulmine a ciel sereno"

    Una metafora può essere letta a differenti livelli di simmetrizzazione secondo la già citata topologia stratificata dell’inconscio. In un racconto, un aneddoto, una parabola coesistono molti significati contemporaneamente molti dei quali non sono immediatamente visibili, è una verità che in parte si rivela e in parte si sottrae alla vista. Alcuni oggetti, simboli, personaggi o eventi presenti in essa possono evocare molte o tutte le classi a cui l’oggetto, il personaggio o la situazione concreta in questione appartengono.Ad ogni modo la metafora è operativa anche se non immediatamente compresa nel suo significato profondo dalla parte conscia. In seguito, la coscienza può rimanere piacevolmente sorpresa da una illuminazione che arriva some se provenisse fuori da sé:"Il pensiero non è la riduzione della realtà alla misura della coscienza o ad una rappresentazione della realtà entro il teatro della coscienza, ma è la coscienza che si illumina allorché un evento, un processo interiore si compiono e con una estremità terminale si estendono e arrivano fino a lei, la «zona chiara», diurna dell'interiorità umana." (Aldo Giorgi Gargani, "Ignacio Matte Blanco e la cultura contemporanea. Estetica e psicoanalisi" in AA.VV.,L'inconscio antinomico, a cura di Pietro Bria e Fiorangela Oneroso, Franco Angeli,1999 Milano, p. 28)Ricalco
    Il ricalco è un metodo efficace per conoscere l’altro a un livello che oltrepassa le verbalizzazioni asimmetriche. Tramite di esso è possibile sperimentare le emozioni del paziente a un livello pre-linguistico tramite l’Io corporeo. Grazie alla comunicazione multidimensionale mediata dal corpo l’inconscio ci parla simmetricamente. Anche Freud si rese conto dell’enorme importanza dei messaggi non-verbali e delle risposte ideodinamiche. In una lettera a Groddeck scrisse che, oltre alle ben note caratteristiche già descritte (condensazione, spostamento, assenza di contraddizione, atemporalità e sostituzione della realtà esterna con quella interna) "l’atto inconscio ha un’intensa influenza plastica sui processi somatici quale non viene mai raggiunta dall’atto cosciente"” (S. Freud, L’inconscio, OS7, vol. VIII, p. 71n) Così l’inconscio ci parla attraverso le posture del corpo, la mimica del volto, il respiro, lo stile dei movimenti, i gesti, la voce...Erickson era perfettamente consapevole di ciò e praticava un "ascolto integrale" comunicando prevalentemente con l’inconscio grazie al ricalco e alla guida dei messaggi non-verbali posti al di fuori della consapevolezza del paziente.Grazie all'ascolto di eventi al confine fra lo psichico e il somatico Erickson poteva avere una comprensione o intuizione di ciò che era veramente importante - a un livello profondo ed emotivo - per l’interlocutore.

    Identificazione
    Nell’esperienza della identificazione in trance profonda con l’ipnotista vediamo all’opera il pensiero simmetrico. L’identificazione con l’ipnotista è tale che l’ipnotizzato senta la voce dell’ipnotista come se provenisse dal suo interno.
    Erickson nelle sue induzioni diceva: "e la mia voce ti accompagnerà, e si tramuterà in quella dei tuoi genitori, del tuo maestro, dei tuoi compagni di giochi e persino nella voce del vento e della pioggia..." Sidney Rosen spiega che questa frase permetteva a Erickson "di tenere il contatto col paziente in trance, indipendentemente dalla profondità della regressione del paziente, e contemporaneamente gli serviva da spunto per le suggestioni postipnotiche. [...] Tra queste suggestioni potevano esserci ingiunzioni e punti di vista, che allora sarebbero stati 'uditi' (spesso tramite la voce di Erickson) come la voce di un genitore introiettato o Super Io. Questa introiezione della voce di un terapeuta può comparire in qualsiasi psicoterapia, ma ha maggiori probabilità di presentarsi quando il paziente è in stato di trance ipnotica. Una possibile spiegazione di questo fenomeno è stata avanzata da Lawrence Kubie a un congresso della American Psychoanalytic Association. Kubie notò che nella trance ipnotica la distinzione tra ipnotizzatore e soggetto viene abolita. Il soggetto sente la voce dell'ipnotizzatore come se provenisse dalla propria testa, come se fosse la propria voce interna. Questo era vero nel caso di Erickson. La sua voce diveniva la vostra voce, e la sua voce vi accompagnava, dovunque foste." (Milton H. Erickson, La mia voce ti accompagnerà, Astrolabio, Roma 1983, p. 22)

    Percepire l’altro come se stesso e se stesso come altro implica una relazione di tipo simmetrico.

    Tra l’altro questa capacità consente all’uomo di conoscere emozionalmente l’altro e di amare:

    "Il principio di simmetria, in sostanza, mette se stessi di fronte a se stessi, in virtù appunto della sua proprietà simmetrica, dà luogo a una sfera in cui si vive contemporaneamente come altro e come se stesso" (Gabriele Pulli, "Il problema del principio di simmetria" in AA.VV.,L'inconscio antinomico, a cura di Pietro Bria e Fiorangela Oneroso, Franco Angeli,1999 Milano, p. 174)

    Ciò accade anche nella vita quotidiana, pensiamo per esempio al meccanismo dell’identificazione proiettiva.

    Nella lettura di un romanzo o nella visione di un film è consentito essere e non essere il personaggio prescelto e così accade nel sogno perché il sogno come l’opera d’arte sono tutte manifestazioni del pensiero simmetrico.

    Pensiamo anche al fenomeno della dissociazione: essere contemporaneamente all’interno e all’esterno di se stesso, guardarsi mentre si va in trance.Oppure l’allucinazione: ciò che interno sta anche all’esterno ma quell’esterno che viene trattato come tale ha il valore di qualcosa di interno perché è manipolabile con la sola volontà della mente.Sono tutti fenomeni che segnalano che il principio di simmetria è prevalente al principio di asimmetria.

    Approccio naturalistico
    L’azione terapeutica di Erickson è sempre ben consapevole della coesistenza di asimmetria e simmetria in ogni momento della giornata (struttura bi-logica e stratificata della mente) tanto che Erickson parla di "trance spontanee" durante la cosiddetta vita di veglia.Possiamo considerare che sono le relative proporzioni di simmetria e asimmetria che caratterizzano uno stato come conscio o inconscio.I livelli descritti da Matte Blanco sono 5 ma si possono considerare virtualmente infiniti. Ciò che è interessante in questo modello è il passaggio graduale dall’asimmetria più rigida alla simmetria assoluta. A seconda delle proporzioni fra queste due logiche il funzionamento psichico e la percezione della realtà cambiano.In particolare all’aumento dell’emozione e della profondità della trance corrisponde un aumento nella modalità simmetrica di funzionamento e si verificano isomorfismi fra esperienze e realtà diverse come conseguenza della violazione di livelli logici.

    Conclusione
    Il linguaggio, come la mente sono retti dalla interazione tra pensiero simmetrico e asimmetrico (la bi-logica).

    Senza un certo grado di simmetria non potremmo neanche capirci:
    Così è possibile che le parole evochino immagini, suoni, emozioni e in genere processi ideodinamici.

    La comunicazione non-verbale, le metafore, le implicazioni, i presupposti e i postulati di conversazione sono tutti esempi di comunicazione bi-logica. La ricerca trasderivazionale che attivano conducono l’interlocutore a leggere tra le righe per interpretare il messaggio.Secondo Francisco Matte Bon (figlio di Matte Blanco) in ogni atto enunciativo vi è una presunzione di simmetrizzazione e generalizzazione riassumibile in due massime di funzionamento:"a) ogni volta che parlo di A sto parlando di A ma anche di tutto il resto (cioè della classe alla quale appartiene A)b) se dico X sto dicendo X ma anche il contrario di X" (Francisco Matte Bon, "Lingua, analisi della lingua e bi-logica" in AA.VV.,L'inconscio antinomico, a cura di Pietro Bria e Fiorangela Oneroso, Franco Angeli,1999 Milano, p. 119)Quest’ultimo è il caso dell’uso della negazione nell’ipnosi Ericksoniana con frasi del tipo: Non andare ora in trance.Anche la riassociazione di risorse e di processi creativi sono il risultato di una collaborazione fra pensiero asimmetrico e pensiero simmetrico. In genere l’operare di Erickson presenta dapprima una simmetrizzazione di una rete di relazioni asimmetriche (catena di ancore positive) che si conclude con un successivo ri-dispiegamento e contestualizzazione asimmetrica (ristrutturazione).Lo scopo della sua terapia è sempre stato quello di creare associazioni fra risorse, eventi e pensieri - in virtù del principio di simmetria - come se fossero membri della stessa classe e quindi interscambiabili.In definitiva si può dire che il linguaggio Ericksoniano proprio per la sua struttura bi-logica è capace di presentare qualcosa di apparentemente logico e circoscritto al contempo insinuando in questo qualcosa molte o tutte le classi a cui l’oggetto o la situazione appartiene. E’ quella conclusiva brevità della bi-logica che consente di dire con poche parole moltissime cose così da aprire un canale privilegiato di comunicazione con l’inconscio come insiemi infiniti.Si tratta di una cura mediante l’atto creativo dell’uomo.

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    lunedì, maggio 15, 2006

    Teoria sull'Inconscio, Teoria degli insiemi infiniti. Parte III

    Struttura bi-logica stratificata

    Matte Blanco propone una struttura bi-logica (combinazione di logica simmetrica e asimmetrica) stratificata dell’inconscio disposta in cinque livelli che saranno tanto più "profondi" tanto più sarà maggiore la proporzione di relazioni simmetriche rispetto a quelle asimmetriche fino a giungere alla zona impensabile costituita dall’assenza di spazio e tempo.

    Ogni fenomeno psichico o comportamentale può essere letto secondo differenti livelli di profondità poiché queste realtà psichiche coesistono contemporaneamente nell’uomo: "dietro ogni individuo o relazione – percepita o data in un certo modo e in un dato momento – il sé "vede" una serie infinita di individui; tutti questi soddisfano la stessa funzione proposizionale (che può essere complessa, composta cioè da diverse asserzioni) alla cui luce l’individuo o la relazione in questione viene percepita, vista o vissuta in questo momento. Se l’attenzione dell’osservatore resta concentrata sul primo livello, quello della coscienza, allora egli sarà solo cosciente dell’individuo concreto; se si lascia permeare dai livelli sottostanti, questa infinità si dispiegherà davanti a lui, sebbene in modo inconscio. Ad abbracciare questa serie infinita vi è una sola unità: la classe o insieme. Questo a sua volta è vissuto come una unità." (pp. 189-190)

    Ecco i cinque livelli descritti da Matte Blanco:

    a) il livello degli oggetti coscienti e ben delimitati che corrisponde al livello del pensiero asimmetrico [...] Qui predomina la logica classica aristotelica

    b) il livello delle emozioni più o meno coscienti dove vigono simmetrizzazioni molto ben delimitate a livello cosciente come quelle che si manifestano, ad esempio, nell’innamoramento accanto ad un buon funzionamento del pensiero asimmetrico;

    c) il livello di simmetrizzazione della classe per cui cose tra loro equivalenti diventano identiche: conseguenza fondamentale di questa simmetrizzazione è che ogni individuo diventa la classe e, di conseguenza, acquista tutte le potenzialità di quest’ultima [...]

    d) il livello di progressiva simmetrizzazione di classi sempre più comprensive: simmetrizzazione così estese possono caratterizzare il funzionamento mentale di alcuni stati schizofrenici;

    e) i livelli più profondi che hanno come limite matematico l’indivisibilità: da questo punto in giù la quantità di simmetrizzazione è così grande che il pensiero, che richiede relazioni asimmetriche, è gravemente compromesso. Il limite concettuale è il modo indivisibile allo stato puro, dove ogni cosa diventa ogni altra cosa e dove le relazioni tra le cose sono tutte teoricamente contenute in ogni singola cosa che l’intelletto riesce a cogliere." (pp. LXIV-LXV)

    Quindi possiamo dire che l’essere simmetrico non si manifesta mai da solo nell’uomo si può soltanto dispiegare e tradurre nella dimensione spazio-temporale dell’Essere asimmetrico. Quindi si può parlare di pensiero ibrido, di una bi-logica costituita da queste due logiche presenti nell’animo umano.

    In questo senso non è esatto dire che al posto dell’Es deve addivenire l’Io poiché "l’Es non può mai diminuire la sua grandezza: è sempre infinito e non può essere sostituito dall’Io" (p. 332)

    Si potrebbe anche ipotizzare che l’Essere asimmetrico emerge come "un gruppo limitato di funzioni dagli insiemi infiniti del nostro essere simmetrico" (p. 115)

    Questa sembra essere l’ipotesi per la quale propendeva anche Freud quando individuò nell’Es la nostra vera realtà psichica:

    "Un individuo è dunque per noi un Es psichico, ignoto e inconscio, sulla cui superficie poggia l’Io, sviluppatosi dal proprio nucleo, il sistema P." (Io e l’Es)

    Secondo Matte Blanco lo scopo della psicanalisi è più che altro mitigare l’irruzione massiccia del livello simmetrico profondo (per esempio panico, fobie, psicosi) così come l’asimmetrizzazione forzata che viene messa in atto per controllare e delimitare l’esperienza simmetrica patologica (ossessioni), per giungere così a un’equilibrio della psiche.

    Ciò accade anche nella terapia cognitiva quando attraverso il metamodello si intende asimmetrizzare ciò che fino a quel momento era simmetrico in modo patologico. Tramite questo processo si può giungere al massimo a "illuminare con la luce della coscienza" il quarto livello di "profondità" descritto da Blanco traducendolo in termini asimmetrici.



    I fondamenti del pensiero

    Matte blanco parte dal presupposto che non è possibile sviluppare alcun sistema logico senza il concetto di psazio-tempo e quindi senza la distinzione, la divisibilità e la relazione tra le cose:

    "Sembra, ora, evidente che nessuna logica, nessun universo di discorso di qualsiasi ordine, [...] può in alcun modo essere o essere sviluppata se previa o contemporanea ad esso non vien fatta una distinzione tra qualcosa e qualcosa d’altro e cioè la distinzione tra due qualcosa." (p. 364)

    Ciò porta Matte Blanco ad affermare che ogni discorso logico è formato almeno da una triade costituita da S, SE e R, dove S sta per Something, SE per Something else e R designa la relazione tra i due elementi in questione.

    Potremmo definire questo principio anche come la natura duale dell’universo del pensiero. Lao Tze affermava qualcosa di simile quando diceva: "Sotto il cielo tutti sanno che il bello è bello, da cui il brutto. Che il bene è bene, da cui il male. È così che essere e non essere si danno nascita fra loro". Ma ad ogni modo la totalità dell’Essere simmetrico rimane per noi ineffabile: "Il Tao che si può nomare non è l’eterno Tao".

    Prendiamo un’asserzione come "a è identico a se stesso". Anche tale asserzione implica un S e un SE: "sebbene sia vero che il designato di a è solo uno, la sua rappresentazione in termini di logica non è una ma duplice: una nella posizione di referente e l’altra in quella di relato nella relazione di identità." (p. 365).

    E questo è anche il paradosso implicito nell’esortazione "Conosci te stesso" poiché l'Io come soggetto dovrebbe restare distinto dall'Io come oggetto pur restandogli identico. In realtà l’Io osservante e l’Io osservato si co-creano a vicenda, si può anche dire che nell’atto di conoscersi l’Io rimane diviso da sé stesso.



    I connettivi logici

    Nella logica proposizionale i connettivi consentono di formare enunciati composti (hanno perciò la funzione di R) e sono:

    La negazione (non), la disgiunzione (o), la congiunzione (e), l’implicazione, l’equivalenza.

    Quindi "nessun calcolo proposizionale può essere sviluppato senza il concetto di relazione. Poiché, d’altra parte, il calcolo proposizionale tratta combinazioni di proposizioni con altre proposizioni, ne segue che nessun calcolo proposizionale può essere sviluppato senza il concetto di qualcosa e qualcosa d’altro." (p. 367)

    Ne consengue che ogni componente della triade viene definita da ogni altra e non può esistere senza le altre.

    Qui ci troviamo di fronte alla circolarità e al paradosso proprio nel cuore della logica: il tutto non può esistere senza le parti e le parti senza il tutto ma chi viene prima?

    "È evidente che, almeno da un certo punto di vista, ogni membro della triade è più semplice della triade stessa. Eppure nessuno di essi può esser concepito o descritto senza gli altri due o, forse, senza la triade. Questo fatto può essere espresso dicendo che il semplice è definito in termini del complesso o che la logica inizia dal complesso per arrivare al semplice. D’altra parte è ugualmente vero dire che non potremmo concepire la triade – come il suo nome dimostra – se non avessimo l’idea dei suoi elementi. Così, definiamo il semplice in termini del complesso e il complesso in termini del semplice. La triade di S, SE ed R è, perciò, un altro esempio della circolarità basica che esiste nella zona di partenza della logica." (p. 374)

    Le sorprese chiaramente non finiscono qui perché ogni membro della triade non è solo inconcepibile senza gli altri due ma è a sua volta descritto in termini di un’altra triade così via fino all’infinito, è come se trovandoci davanti a una triade o a un solo elemento della triade fossimo in contatto con l’intera costruzione del pensiero: "ogni enunciato o proposizione, anche se espressa in termini di una triade, comporta in realtà una miriade di triadi con le loro rispettive relazioni" (p. 381)

    Per esempio se prendo un vocabolo del dizionario e voglio cominciare a studiarne tutte le possibili diramazioni mi troverò a utilizzare gran parte se non tutto.

    La stessa teoria della "semiosi illimitata" di Charles S. Peirce prevede che i segni rimandino ad altri segni all’infinito, e fino all’infinito viene rimandata la possibilità di individuare un referente materiale.

    In effetti la credenza in un Sé centrale è pura illusione, è soltanto il senso dell’ego quello che emerge da una serie di catene di associazioni linguistiche senza fine. Quindi torniamo al discorso di Freud: "Un individuo è dunque per noi un Es psichico, ignoto e inconscio, sulla cui superficie poggia l’Io, sviluppatosi dal proprio nucleo, il sistema P."

    Ad ogni modo occorre ricordare che non c’è un punto di partenza privilegiato all’interno di questa rete di triadi poiché qualsiasi nodo della rete può condurci a tutti gli altri: "ogni volta che abbiamo un pensiero, e quindi un fatto, abbiamo in esso tutto il mondo: nessun fatto (pensiero) è separato dal resto del mondo, cioè da tutti i fatti: un fatto (quindi un pensiero od un concetto logico) non può esserci senza tutti i fatti (pensieri o concetti logici) cioè, senza tutto il mondo e questo vale per ogni fatto" (p. LX)

    E questa è una ulteriore circolarità ancor più "ampia" di quella presente all’interno delle triadi.

    Ma poniamo per un attimo di non voler tener conto di questi paradossi e diamo per scontato che un sistema logico costituito secondo il principio di asimmetria è perfettamente accettabile poiché si basa su alcuni presupposti tra cui il principio di non contraddizione.

    A questo punto, se ci soffermiamo un attimo, ci rendiamo conto che non è possibile dimostrare la verità del principio su cui poggia il nostro pensiero poiché dovremmo fa riferimento di nuovo al principio stesso dando per scontata la sua verità, un’impresa che solo il Barone di Münchhausen è stato in grado di compiere quando salvò se stesso e il proprio cavallo dallo sprofondare in una palude tenendosi sollevato per il suo stesso codino.

    "Detto in altre parole, vista con il pensiero e la logica, la base della logica e del pensiero non ha, essa stessa, una base logica perché in logica non si può impiegare come base o fondamento del principio dei concetti che sono espressione o conseguenze dell’applicazione del principio... Dunque se guardiamo con il pensiero (e non possiamo guardare che con il pensiero) all’interno delle basi del pensiero e della verità, ci troviamo con qualcosa che, vista con il pensiero, ci sembra essere un vuoto assoluto insondabile, che ci risucchia verso qualcosa che è alieno al pensiero." (p. LXI)

    Per poter dimostrare la completezza e la coerenza del sistema occorrerebbe uscire dal sistema preso in esame e ricorrere a una serie di metateoremi a loro volta indimostrabili se non con un ulteriore meta-metateorema e così via fino all'infinito poiché qualsiasi sistema non riesce a dimostrare la sua coerenza all’interno della propria struttura.

    Tutto ciò ci porta al Teorema di Gödel sulla Indecibilità, secondo il quale nessun sistema può dimostrare se stesso a partire da se stesso.

    È la questione paradossale che sorge anche quando affermiamo "Io sto mentendo" e quando Wittgenstein nel Tractatus (4.442) afferma: "Una proposizione non può enunciare, di se stessa, che è vera", al che Watzlawick risponde: "Peccato, tuttavia, che anche questa frase sia una frase che dice qualcosa su se stessa, proprio come quella che ho appena pronunciato." (Paul Watzlawick, Il codino del Barone di Münchhausen, Feltrinelli, 1989 Milano, p. 151)

    Il teorema ci insegna che tutte le assiomatizzazioni coerenti dell'aritmetica contengono proposizioni di cui non si può dimostrare né la verità né la falsità (è questa la natura del paradosso) a meno che questo sistema sia per l'appunto incoerente oltre che chiaramente autoreferenziale e non falsificabile se teniamo conto anche degli apporti di Popper.

    Per concludere, possiamo riassumere che nessun sistema formale per quanto complesso sia, potrà dimostrare la propria completezza e coerenza senza dover ricorrere a metateoremi a loro volta nuovamente indimostrabili. Ma ciò che a prima vista potrebbe apparire come un limite può portare anche alla constatazione che non c'è una verità finale e definitiva che possa farci giungere all'immobilità e alla cristallizzazione del pensiero e della creatività umana.

    Anche il procedimento della presa di coscienza di sé è teoricamente un procedimento che può continuare all’infinito poiché prima o poi si raggiungono le propaggini di un altro inconscio: l’inconscio sopracosciente anch’esso non completamente esplorabile.

    Ciò non dovrebbe stupire perché già l’infinita riflessività della coscienza su sé stessa fa intuire che abbiamo a che fare con un insieme infinito.

    In effetti, la coscienza possiede la peculiare caratteristica di non aver bisogno di rivolgersi a sé medesima: nell'atto di percepire un oggetto possiamo essere coscienti e al contempo immemori di noi stessi travolti nel flusso delle nostre percezioni e rappresentazioni interiori.

    Perché la nostra coscienza di second'ordine possa essere riconosciuta come tale occorre una coscienza di terz'ordine che possa riflettere sulla precedente tramite una sorta di percezione interiore.

    Un piccolo esempio chiarirà questi concetti:

    I° ordine: percezione sensoriale della mela

    II°ordine: verbalizzazione "Questa mela è verde"

    III° ordine: Sto pensando che "questa mela è verde"

    IV° ordine: Sto pensando di pensare che "questa mela è verde"

    e così via all'infinito.

    Poiché questo processo deve necessariamente fermarsi da qualche parte (anche se teoricamente potrebbe continuare all'infinito) occorre postulare allora un "inconscio sopra-cosciente".

    Per esempio il teorema del matematico Dedekind che nel suo trattato "Essenza e significato dei numeri" (1888) dimostrò l'esistenza di un numero infinito di sistemi proprio a partire dalla nostra attività di pensiero cosciente:

    "Il mondo dei miei pensieri, cioè l'insieme S di tutto ciò che può essere oggetto del mio pensiero è infinito. Infatti se s è un elemento di S, anche il pensiero s1 che s possa essere oggetto del mio pensiero è un altro elemento di S".

    Lo stesso Cantor arrivò a postulare l’"infinitizzazione" dell’intelletto umano:

    "La finitezza dell’intelletto umano viene invocata spessissimo come argomento per sostenere che solo i numeri finiti sono pensabili... Se, però, si dimostra che l’intelletto può, in un senso ben determinato, costruire e distinguere l’uno dall’altro anche dei numeri infiniti cioè soprafiniti o si dovrà dare alle parole "intelletto finito" un senso più generale... oppure – e secondo me è questa l’unica soluzione giusta – anche all’intelletto umano si dovrà concedere, sotto certi aspetti, il predicato "infinito". Le parole "intelletto finito", che sentiamo tanto spesso, sono a mio giudizio del tutto improprie; per quanto la natura umana sia limitata – e lo è davvero – essa ha moltissimi punti di contatto con l’infinito; anzi se non fosse essa stessa infinita sotto certi aspetti, quella salda certezza e fiducia nell’essere dell’Assoluto nel quale sappiamo di essere tutti uniti in maniera inspiegabile. Io sono convinto, in particolare, che l’intelletto umano abbia una disposizione illimitata alla costruzione, passo dopo passo, di intere classi numeriche che stanno in un rapporto determinato coi modi infiniti e le cui potenze sono via via crescenti.

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    sabato, maggio 13, 2006

    Teoria sull'Inconscio, Teoria degli insiemi infiniti. Parte II

    Inconscio come insiemi infiniti

    Nella logica simbolica si afferma che gli elementi della classe sono equivalenti fra loro rispetto alla funzione proposizionale che definisce la classe ma non identici.

    Per chiarire questo concetto occorre ricordare che una funzione proposizionale è un "enunciato aperto" che presenta una variabile. Tutti gli elementi che soddisfano questa funzione sono i membri della classe. Una classe è quindi definibile come "la collezione di tutti i valori che soddisfano una funzione proposizionale". Prendiamo per esempio la funzione proposizionale "x è ferito". Tutti coloro che sono feriti fanno parte della classe.

    Si può anche dire che sono equivalenti fra loro nel soddisfare tale funzione ma non identici e quindi non hanno lo stesso valore. Come dire che Pino è differente da Tino anche se entrambi sono feriti. Oppure se consideriamo la classe di tutti i numeri inferiori a 100 vediamo che, sebbene 50 e 90 facciano parte della medesima classe non hanno per questo il medesimo valore.

    Se invece applichiamo a questo insieme il principio di simmetria succede che ogni membro è identico e può stare per qualsiasi altro membro della classe e quando ci troviamo davanti a un elemento (la parte) abbiamo davanti a noi anche l’intera classe (il tutto) (p. 155)

    Le parti essendo identificate con il tutto ne acquisiscono anche l’intera potenzialità.

    Così accade che il medico Flechsing diventa Dio per Schreber. In virtù del principio di simmetria Flechsing è identico agli altri elementi della classe rappresentante l’archetipo padre è identico cioè a Dio, al sole e al padre di Schreber e ha acquisito le proprietà e le caratteristiche presenti nell’intera classe al massimo grado diventando una figura onnipotente.

    Pensiamo ad altre situazioni in cui prevale la logica simmetrica: nell’innamoramento per esempio l’oggetto d’amore si trasforma nella personificazione della bellezza e in genere le emozioni "primitive" o "non addomesticate", come le definisce Blanco, non risentono delle limitazioni spazio temporali. L’emozione nell’attimo in cui è provata sembra infinita, eterna.

    Un altro fenomeno è la fusione fra il soggetto e l’oggetto d’amore: la persona amata verrà amata come una parte di sé o semplicemente come se stessi.

    Ricapitolando le tre fondamentali caratteristiche dell’emozione sono:

    "generalizzazione delle caratteristiche o proprietà attribuite all’oggetto in modo tale che tutte le proprietà di questo tipo arrivano ad essere in esso contenute; massimizzazione della grandezza di queste caratteristiche; e, come conseguenza di entrambe, irradiazione dall’oggetto concreto a tutti gli altri che in tal modo lo rappresentano." (p. 296)

    La donna amata diventa la rappresentante dell’intera classe LA DONNA; acquisisce tutti i valori della femminilità al massimo grado e rappresenta tutte le donne.

    Nei momenti di panico e angoscia l’oggetto fobico viene investito di tutta una serie di caratteristiche che per il pensiero asimmetrico non possiede. Malgrado ciò "l’irruzione di simmetria" produce i suoi effetti: "lo spazio chiuso di una stanza o quello aperto di una piazza, acquistano tutte le potenzialità della classe e la funzione proposizionale in esame, ad esempio il buio-chiuso della stanza, non solo prende il sopravvento su tutte le altre proprietà ma si infinitizza. E per tale infinitizzazione il buio-chiuso, circoscritto e particolare, di quello spazio e di quel tempo diventa il Buio-Chiuso assoluto e universale della classe, quindi il Buio-Chiuso di uno spazio e di un tempo infinito che dà luogo con perfetta coerenza al panico dell’esperienza claustrofobica." (p. LIII)

    Con gli strumenti della logica si può intendere questa identità fra parte e tutto come una corrispondenza biunivoca tra un sottoinsieme o tra sottoinsiemi e l’insieme; tra contenitore e contenuto. In termini tecnici succede che la parte acquisisce la stessa cardinalità o potenza del tutto.

    È proprio quando ci troviamo dinanzi a questa caratteristica che ci rendiamo conto di trattare con insiemi infiniti. Scrive Dedekind: "Un insieme è infinito quando e solo quando può essere messo in corrispondenza bi-univoca con una sua parte propria".

    Per intendere il termine corrispondenza biunivoca possiamo portare l’esempio di due insiemi: l’insieme delle ballerine, che chiameremo M e l’insieme dei ballerini (N) in una sala da ballo. Questi due insiemi si trovano in corrispondenza biunivoca se ragazze e ragazzi stanno ballando in coppia. In tal modo ad ogni elemento di M corrisponde un solo elemento di N.

    Se i due insiemi sono in corrispondenza biunivoca si dice che sono equivalenti e che hanno la stessa potenza o stesso numero cardinale. Per esempio se le ballerine sono 10 il numero cardinale dell’insieme M è uguale a 10.

    Scrive Cantor in Contributi alla fondazione di una teoria degli insiemi trasfiniti: "Ogni insieme M ha una determinata potenza che chiameremo anche il suo numero cardinale. Con potenza o numero cardinale di M intendiamo quel concetto generale che otteniamo mediante la nostra attività pensante quando facciamo astrazione sia delle caratteristiche particolari degli elementi di M nonché dal loro ordine. Il risultato di tale doppia astrazione è la potenza o numero cardinale di M" (1895)

    Consideriamo ora l’insieme dei numeri naturali o interi che chiameremo M. M è un insieme infinito costituito da sottoinsiemi per esempio l’insieme dei numeri pari e l’insieme dei numeri dispari.

    La cosa curiosa è che l’insieme infinito dei numeri naturali M={1,2,3,4 ...} e l’insieme infinito dei numeri pari N={2,4,6,8 ...} possono essere messi in corrispondenza biunivoca e sono quindi equivalenti poiché hanno lo stesso numero cardinale anche se a prima vista potremmo pensare che M debba essere il doppio rispetto a N. Quando ci spostiamo dal finito all’infinito non c’è più alto e basso, minore e maggiore, bene e male.

    Intorno a queste stesse questioni si interrogò anche Galileo Galilei nell’opera Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze (1638): "infiniti essere tutti i numeri, infiniti i quadrati, infinite le loro radici, né la moltitudine dei quadrati esser minore di quella di tutti i numeri, né questa maggiore di quella; ed in ultima conclusione gli attributi di eguale, maggiore e minore non avere luogo negli infiniti, ma solo nelle quantità terminate." I paradossi sembrano derivare perciò dalla natura del nostro intelletto: "Queste son di quelle difficoltà che derivano dal discorrer che noi facciamo col nostro intelletto finito intorno agli infiniti dandogli quelli attributi che noi diamo alle cose finite e terminate; il che penso che sia inconveniente, perché stimo che questi attributi di maggioranza, minorità ed egualità non convenghino agl’infiniti dei quali non si può dire uno esser maggiore o minore o eguale all’altro."

    Il paradosso dell’identità cardinale tra la parte e il tutto "comporta il superamento della concenzione di un solo "infinito" e introduce per la prima volta nella storia del pensiero, l’idea – a prima vista sconcertante – di infiniti di ordine diverso, di infiniti infiniti per i quali diventa legittimo parlare di "aritmetica del transfinito" così come lo era per il regno del finito" (p. XXII)

    Ecco allora che torniamo all’idea di Matte Blanco: l’inconscio come insiemi infiniti. Prendiamo per esempio ancora per una volta l’amore per la donna amata, in questa emozione possiamo distinguere secondo Matte Blanco almeno tre insiemi infiniti:

    1. L’oggetto o soggetto dell’emozione ha condensato in sé tutte le possibili grandezze della proprietà che definiscono la classe. Per esempio tutti i valori che soddisfano la funzione proposizionale "x è una donna femminile" (protettività, recettività, dolcezza, morbidezza, ecc.)

    2. Ognuna o parte di queste grandezze è suscettibile di acquisire un valore infinito.

    3. Per ogni valore y, q, z, ecc. ci può essere un numero infinito di x, cioè di elementi della classe che assumono questo valore.

    Ritornando all’esempio di "x è una donna femminile" si può dire che, per ogni valore e combinazioni di valori (per esempio x è una donna dolce e protettiva) possiamo trovare un numero infinito di variabili x che soddisfano tale proposizione, quindi un numero infinito di elementi della classe. (p. 301)

    Così quella donna investita dell’emotività profonda acquisisce in sé tutti i valori della femminilità al massimo grado e rappresenta tutte le donne.

    Infinito attuale potenziale

    Occorre precisare che se all’interno di una classe vige il principio di simmetria in genere l’inconscio riesce a differenziare tra insiemi differenti e solo "quando le manifestazioni inconsce diventano "più profonde", le classi o insiemi che si formano sono più ampie, quindi il principio di simmetria si applica a collezioni di oggetti sempre più ampie, che nella logica bivalente sono catalogate come sottoinsiemi. Alla fine troviamo un solo grande insieme o collezione. In questo insieme, in accordo con il principio di simmetria, ogni cosa è identica a qualsiasi altra e non si può differenziare da essa." (p. 167)

    E questa è anche la natura dell’esperienza mistica.

    Il tentativo di cogliere questa realtà da parte del pensiero asimmetrico è quella di rappresentarla come eterno ritorno, circolarità o ricorsività oppure come infinita divisibilità. Si tratta di un tentativo di ridurre qualcosa di alieno al pensiero – l’unità omogenea e indivisibile dell’essere che corrisponde anche con il vuoto assoluto e insondabile – con qualcosa di pensabile e rappresentabile: il cerchio o l’infinitamente divisibile.

    Prendiamo per esempio una successione infinita di numeri razionali:

    1/1, 1/2, 1/3, 1/4..... 1/m

    Più alto è il valore del denominatore m e più il numero piccolo approssimandosi allo zero senza tuttavia raggiungerlo.

    Questo è l’infinito potenziale, come disse Anassagora: "Per ogni grandezza ve ne è sempre una maggiore" e "Nel piccolo non vi è minimo, ma vi è sempre un minore poiché ciò che esiste non può cessare di esistere per nessuna divisione per quanto portata avanti."

    Nel pensiero Greco infatti vi è il rifiuto dell’infinito come totalità attuale in favore di un infinito solo potenziale costituito dal crescere e dal decrescere di una grandezza variabile. Scriveva Aristotele nel terzo libro della Fisica: "L’esistenza dell’illimitato si esprime in senso potenziale; pertanto l’illimitato esiste in parte con l’aggiungere, in parte col togliere".

    Come scrive Guido Calogero nel suo volume sulla logica antica (1967): "Tutta la filosofia e in un certo senso tutta la spiritualità dei Greci è un costante sforzo di determinare il preciso contorno delal realtà estraendola dalla nebbia dell’indefinito, di dimostrarvi la vittoria del "limite" sull’illimite [...] Tanto l’Oriente quanto l’Occidente avverte come il concreto reale sia per forza terminazione dell’indeterminato e quindi negazione dell’infinità: ma mentre il primo inclina perciò a svalutare le limitazioni e a dissolvere il terminato nell’indeterminato che tutto comprende, l’altro si orienta nel senso opposto. Al culmine della sua evoluzione antica con Aristotele, esso respinge l’infinito nell’inferiore sfera della potenza che non ha ancora raggiunto la finitezza dell’atto, concepisce quella realtà più reale che è la sostanza... come entità individualmente delimitata nello spazio e nel tempo e vede nel processo all’infinito la suprema prova dell’assurdo, il sintomo principe dell’impossibilità del reale e del vero."

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    giovedì, maggio 11, 2006

    Teoria sull'Inconscio, Teoria degli insiemi infiniti

    L’inconscio

    Negli scritti di Freud si manifestano due linee di ricerca, due differenti quadri epistemologici: l’inconscio come sistema energetico e l’inconscio come logica.
    Potremmo aggiungere anche queste due cornici di riferimento: l’inconscio contenutistico (legato al concetto di rimozione) e l’inconscio strutturale (che mette in evidenza la sintassi, le regole che governano questa realtà).

    Queste due linee di pensiero vengono spesso confuse fra loro anche perché lo stesso Freud non fu mai chiaro a riguardo. Nella letteratura psicoanalitica classica l’approccio energetico ha ricevuto maggiore attenzione, Matte Blanco ritiene che fu l’inconscio come logica la vera scoperta rivoluzionaria di Freud (p. 238).

    In effetti, questo sembra il caso, poiché l’espistemologia energetica risulta fondata sulla prima legge della termodinamica (conservazione e trasformazione dell’energia) e conduce, in coerenza con le sue premesse, a un modello di casualità lineare che nel campo della psiche risulta inadeguato alla luce delle scoperte attuali (come per esempio della terapia sistemica).

    Il termine "inconscio" risulta quindi fuorviante proprio perché può far pensare che l’inconscio sia semplicemente il deposito oscuro di istinti arcaici e del rimosso. In realtà l’inconscio inteso in questo termine non era una scoperta completamente nuova, la vera scoperta di Freud è la descrizione di un mondo retto da leggi completamente diverse da quelle che reggono il pensiero cosciente. La qualità di essere "inconscio" sarebbe soltanto un epifenomeno poiché è la sua stessa struttura che impedisce che la mente conscia possa coglierlo se non in modo indiretto tramite ciò che Blanco chiama funzione di dispiegamento o di traduzione: "La qualità di essere inconscio non inerisce o è inevitabilmente essenziale all’essere simmetrico. È, invece, una conseguenza della natura della coscienza che non può in sé contenerlo." (p. 109)

    Qualcosa di simile è affermato anche da Freud quando scrive: "Come possiamo arrivare a conoscere l’inconscio? Naturalmente lo conosciamo soltanto in una forma conscia dopo che ha subito una trasformazione o traduzione in qualcosa di conscio."

    Altrove Matte Blanco fa intendere che la logica bivalente (la logica del sistema conscio) non sia altro che una logica con meno dimensioni della logica simmetrica o logica inconscia. Un esempio molto bello e chiarificatrice lo troviamo a pagina 80: "la coscienza non ha le imensioni per contenerlo; allo stesso modo, non si può versare acqua in una brocca dipinta poiché questa brocca ha solo due dimensioni e per ricevere acqua ce ne vogliono tre.

    Così si spiegherebbero vari fenomeni paradossali e illogici per il nostro pensiero logico come per esempio l’ambivalenza (amore e odio allo stesso tempo nei confronti dello stesso oggetto), la violazione del principio di non-contraddizione, l’abolizione delle categorie di spazio e tempo".

    Ricordiamo che anche lo psicanalista francese Jacques Lacan aveva approfondito questo tema ed era giunto a conclusioni per certi versi simili a quelle proposte da Matte Blanco: Lacan diceva infatti che "c’è chi parla, Ça parle: un soggetto nel soggetto, trascendente il soggetto" [Silvia, Vegetti Finzi, Storia della psicanalisi, p. 388] ma il suo discorso è indecifrabile per il soggetto cosciente, perché "è il discorso dell’Altro" e che l’inconscio in quanto "luogo del dispiegamento della parola è strutturato come un linguaggio".

    Questa dimensione simbolica impersonale, Altra rispetto all’uomo, ci parla attraverso i lapsus, i sogni, i sintomi , le malattie... "in tal modo non è riducibile a una forza bruta che va disciplinata, a una tenebra infernale che va rischiarata dalla luce della ragione" [Sergio Moravia, Lo strutturalismo francese, p. 27]. L’inconscio è quindi l’autentica struttura fondamentale dell’essere umano, bisogna saperlo ascoltare senza pretendere di ridurne i messaggi a banali "significati", funzionali alla nostra vita razionale-cosciente.

    Questa realtà aliena alle leggi della logiche classica e quindi anche al funzionamento dell’universo fisico così come noi lo percepiamo non è un semplice e puro caos poiché presenta determinate caratteristiche che Freud per primo illustrò e che sono:

    1. Violazione dei principi su cui poggia la logica Aristotelica – cioè del principio di identità, non contraddizione e del terzo escluso – ravvisabile nella coesistenza dei contrari e nella identità dei contrari

    2. Sostituzione della realtà esterna con quella psichica

    3. Simultaneità spazio-temporale (quindi assenza di spazio e tempo)

    4. Condensazione e spostamento

    Su questo punto occorre soffermarsi per un attimo poiché il principio di condensazione e spostamento sono ritrovabili nel linguaggio di ogni giorno nelle due figure retoriche di metafora e metonimia, che costituiscono – secondo il linguista Jakobson – le due attività inconsapevoli svolte dall'uomo nella creazione del linguaggio (struttura bipolare della lingua).

    La metafora (condensazione) e la metonimia (spostamento) sono anche i due principi su cui si basa da sempre il pensiero magico.

    Per esempio viene bruciata una foto (metafora, rapporto di similarità) a cui erano stati allegati i capelli della persona (metonimia, rapporto di contiguità) che deve subire il maleficio.

    James Frazer nel Ramo d'Oro spiega come gli uomini individuarono due costanti riassumubili in "il simile produce il simile" (metafora) e "ogni effetto deriva dal contatto, visibile o invisibile, di un forza applicata da un agente", la legge di contatto (metonimia).

    Nel sogno vediamo che la condensazione fonde più idee in un’unica immagine (per esempio, un personaggio del sogno rappresenta e condensa le qualità e caratteristiche di due o più persone contemporaneamente), mentre lo spostamento rappresenta un termine con un altro (per esempio, una persona che figura nel sogno si potrà scoprire che rappresenti o stia per la madre del sognatore perché la sua immagine ha qualche tratto in comune con quello della madre) [Octave, Mannoni, Freud , op. cit., p. 89].

    Essere Simmetrico e Essere Asimmetrico

    Matte Blanco arriva quindi a proporre una nuova cornice di riferimento con la distinzione fra logica simmetrica che caratterizza il sistema inconscio e logica asimmetrica – equiparabile alla logica classica o aristotelica – propria del sistema conscio.

    Secondo Blanco l’inconscio funziona secondo due principi:

    I. Principio di generalizzazione

    Il sistema inconscio tratta una cosa individuale (persona, oggetto, concetto) come se fosse un membro o elemento di un insieme o classe che contiene altri membri; tratta questa classe come sottoclasse di una classe più generale e questa classe più generale come sottoclasse o sottoinsieme di una classe ancora più generale. (p. 43)

    II. Principio di simmetria

    Il sistema inconscio tratta la relazione inversa di qualsiasi relazione come se fosse identica alla relazione. In altre parole, tratta le relazioni asimmetriche come se fossero simmetriche. (p. 44)

    Come a dire che se Giovanni è figlio di Paolo anche la relazione inversa è possibile: Paolo è figlio di Giovanni secondo il principio di simmetria.

    Da ciò deriva che:

    Quando si applica il principio di simmetria non ci può essere alcuna successione e se non c’è successione allora il sistema inconscio non risente del trascorrere del tempo

    In altre parole se l’avvenimento y viene dopo l’avvenimento x che viene prima di y non esiste più ordinamento seriale e quindi non vi è alcuna successione.

    Poiché le categorie di spazio e tempo sono intimamente legate anche lo spazio scompare.

    Normalmente se il punto a sta a destra del punto b su una retta allora b sta a sinistra di a. Secondo il principio di simmetria invece ogniqualvolta a sta a destra di b, b sta a destra di a: "cioè ogni punto diventa identico a ogni altro punto e a tutta la linea" quindi lo spazio collassa su se stesso.

    Ciò comporta una ulteriore constatazione:

    Quando si applica il principio di simmetria la parte è necessariamente identica al tutto perché tutti i membri di un insieme o classe vengono trattati come identici tra di loro e identici all’insieme o classe.

    Da ciò deriva l’assenza di contraddizione e la condensazione e spostamento.

    Due insiemi p e non p secondo la logica simmetrica diventano identici poiché fanno parte – sono cioè sottoclassi – di una classe più generale che li include entrambi.

    Per esempio "essere donna" ed "essere uomo" sono due sottoclassi di una classe più ampia la classe degli esseri umani. In questo caso siamo ancora entro i confini del procedimento logico bivalente che opera secondo il principio di generalizzazione, crea cioè classi sempre più generali formate da sottoclassi che hanno qualcosa in comune e che restano distinguibili l’una dall’altra.

    Una classe può essere sottoclasse di una classe più ampia, formulata in termini di una funzione proposizionale di tipo più generale:

    "In questo modo possiamo includere la classe degli uomini e la classe delle donne nella classe degli esseri umani; la classe degli esseri umani, delle scimmie, dei roditori ecc. nella classe più generale dei mammiferi; la classe dei mammiferi e quella degli uccelli, dei rettili ecc. in quella dei vertebrati; quella dei vertebrati, insetti ecc. nella classe degli animali; animali e piante nella classe degli esseri viventi." (p. 345) In tal caso però le classi sono distinte l’una dall’altra, infatti la definizione che Cantor da di insieme è "Come insieme intendiamo perciò la riunione in un tutto unico M di oggetti m della nostra percezione o del nostro pensiero, distinti tra loro, oggetti che si chiamano elementi di M" (1895).

    Ma se applichiamo oltre al principio di generalizzazione anche il principio di simmetria il risultato non sarà lo stesso poiché il principio di simmetria conferirà tutte le proprietà della classe "esseri viventi" a ciascun elemento (le sottoclassi) che finisce col diventare identico a ogni altro. Così secondo il pensiero simmetrico o analogico è possibile dire che mia moglie è un vegetale.

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    lunedì, maggio 08, 2006

    La natura del sintomo

    Il terapeuta Ericksoniano considera il sintomo come un dono e lo caratterizza di connotazioni positive poiché adempie a molteplici funzioni secondo la particolarità dell’individuo. La resistenza del cliente non va vista come una ulteriore patologia bensì come la risposta alla violazione da parte del terapeuta di alcune regole, poiché "a ogni sintomo è associato un insieme di istruzioni personali e contestuali per il suo impiego adeguato. [...] Quella che di solito chiamiamo resistenza in realtà il più delle volte è un insieme bene elaborato di ingiunzioni che, se accolte con garbo, costituiscono una buona mappa per aggirare il sintomo in tutti i suoi contesti." (Michele Ritterman - L’ipnosi nella terapia familiare, Astrolabio, 1986 Roma,p. 77)

    Secondo Ritterman la terapia va vista come un rituale di scambio. Il rituale più primordiale che fin dagli albori della storia ha consentito la vita sociale è stato il dono e i favori tra clan e individui legati in tal modo da un rapporto di reciprocità.

    Le tre fasi che regolano lo scambio del dono sono: il dare, l’accettare e il ripagare.

    Michele Rittermann consiglia di interpretare lo scambio terapeutico secondo questo modello. Anzitutto il sintomo va accettato come un dono e quindi va ricevuto in modo tale da salvaguardare le sue caratteristiche positive. Inoltre non è corretto sputare sul dono facendo intendere cose del tipo: "il tuo sintomo non è abbastanza buono, il tuo problema non è quello è...." oppure dire che il problema non è poi così importante.

    Occorre inoltre ricordare che "il paziente porta sia il sintomo, sia un insieme più o meno esplicito di istruzioni per l’uso. Se il terapeuta gestisce male il sintomo, l’offerta può umiliare il paziente o indurre in lui il dubbio che il terapeuta non sia all’altezza dell’offerta che gli viene fatta." (Id. ibid., p. 78)

    Quindi nel ricevere il sintomo non è corretto criticare il modo con cui viene presentato cioè criticare la resistenza, così come non è possibile accaparrarsi il dono senza dare nulla in cambio. In effetti la rimozione o la distruzione del sintomo non è l’obiettivo finale.

    A questo proposito un esempio che fa Rittermann è quello della ragazza con le verruche:

    "Credendo di dover asportare le verruche che in quel momento proliferavano abbondantemente sul viso della ragazza, il terapeuta effettuò su di lei un’induzione di trance di media profondità, nella quale la ragazza doveva immaginare di far morire di inedia le verruche o di bruciarle. Tuttavia dopo la seduta, le verruche continuarono, anzi si avvicinarono alla bocca della ragazza. Il terapeuta modificò il proprio approccio riguardo alle malattie più in generale applicandolo alle verruche, questa volta apprezzando positivamente il significato relazionale del sintomo. Si chiese se non c’era una verruca che la ragazza avrebbe voluto salvare. In trance la ragazza disse: "Si. È un segreto. È la mia peferita. Tra le dita dei piedi. [...] Nel giro di una settimana le verruche sul viso erano scomparse. Quella segreta era rimasta. La ragazza aveva bisogno di accrescere il proprio potere e il proprio controllo sul problema, e non che il terapeuta se ne sbarazzasse." (Id. ibid., p. 85)

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    martedì, aprile 11, 2006

    La Distonia

    Dall'esperienza specifica sulla terapia catartica deriva il postulato di Freud chiamato principio di costanza: "La funzione dell'apparato psichico sta nello scaricare le eccitazioni per mantenerle al livello più basso."

    L'ipnosi dinamica per esempio fa ampio uso di questo principio generando scientemente distonia (sovraccarico emotivo) per motivare l'individuo ad agire al fine di scaricare la tensione energetica accumulata e ristabilire così la costanza interna. Le tecniche comunicative di tipo ansiogeno tendono a porre l'operatore in posizione up rispetto al soggetto e ad abbassare i suoi meccanismi di difesa.

    Ne parlavano anche Freud e Breuer riferendosi agli stati ipnoidi capaci di determinare un vuoto di potere logico e analitico durante il quale una suggestione o un comando poteva agevolmente insinuarsi nella mente nel soggetto.

    Mastronardi spiega molto bene questo concetto nel suo libro sulle strategie della comunicazione umana (Franco Angeli, 1998 Milano):

    "[...] tutte le situazioni, anche di colloquio che creano tensione, e producono quindi una sollecitazione emozionale, determinano in ultima analisi una disorganizzazione dei parametri neurofisiologici standard del soggetto, che condiziona quindi la conseguente necessità di ripristinare la precedente omeostasi. Quest'ultima viene a concretizzarsi, allorquando il soggetto realizza quanto viene richiesto dall'interlocutore, accettando così le prescrizioni dello stesso, le eventuali sue interpretazioni, e finanche la pima idea che gli passi per la mente, e che in quel momento gli sembra l'uinca in grado di fugare il suo stesso stato emozionale.

    Ovviamente in fase di interazione operatore-soggetto, se quest'ultimo supera il proprio "indice di tolleranza emozionale" a causa di manovre abnormemente penalizzanti da parte dell'interlocutore o del terapeuta, ne è conseguenza l'interruzione del "rapport" e quindi il non aderire alle richieste effettuategli." (p. 126)

    Ciò viene insegnato anche nell'ipnosi dinamica quando si avverte di non superare l'indice di tolleranza entro cui è possibile inviare delle microstimolazioni pena il corto circuito ossia l'interruzione del rapporto ipnotico e l'attivazione di un comportamento nevrotico o aggressivo nell’interlocutore come unica possibilità per scaricare la tensione accumulata.

    Per microstimolazioni si intende comunicazioni analogiche penalizzanti tramite la paralinguistica, la prossemica, la cinesica, la digitale e l’uso di simbolismi sessuali.

    Nell’ipnosi dinamica per esempio, l'operatore non permette al soggetto alcun scarico tensionale ponendolo nella posizione ortostatica. L'operatore passa quindi alla comunicazione non verbale (prossemica, paraverbale, cinesica, digitale) con l'istanza analogica (l'istanza emotiva) dell'individuo al fine di conquistarsi il "potenziale di fascinazione" che verrà speso in seguito, al momento della richiesta comportamentale. Poiché il "servizio analogico" è subliminale (è indirizzato solamente ai ricettori emozionali) aggira efficacemente l'istanza cosciente. L'operatore stimolando e sollecitando delle proiezioni simboliche a livello inconscio si trasforma in una fonte di stimolazione e assurge dunque alla condizione di simbolo con potenziale ipnotico cioè di coinvolgimento (questa fase è denominata: flash subliminale). Il passaggio da flash subliminale a flash ipnotico consente all'operatore di venire identificato dall'Io razionale come simbolo stimolante. L'istanza logica avvertirà il bisogno di realizzare quanto richiesto (in seguito alla posizione ortostatica nessun'altra forma di scarico tensionale è possibile) nel tentativo di liberarsi dalla tensione accumulata e di destabilizzare l'ipnotizzatore ("ok faccio ciò che vuoi ma adesso lasciami stare" oppure si risponde in modo paradossale "non sono io a farlo"). Se il soggetto realizza la fenomenologia richiesta, l'operatore piuttosto che venir destabilizzato acquisisce maggiore potenziale con la ratifica della trance:"Vedi, i tuoi piedi sono bloccati".

    Ricapitolando:

    Fase 1: Fase induttiva.

    Comunicazione non verbale direttamente con l'inconscio, ciò stimola i meccanismi di proiezione (investitura libidica della fonte di stimolazione) e incorporazione (assunzione all'interno di sé del simbolo che si è andato formando grazie alla proiezione).

    Tale meccanismo da modo di rendere conto del meccanismo di infertizzazione che nell'esoterismo veniva chiamato incantesimo o forma pensiero.

    "Infertizzarsi vuol dire anche caricarsi di desiderio attraverso pensieri, riflessioni esposizioni concernenti l'oggetto del desiderio o la causa scatenante di un problema (i simboli)". (Stefano Benemeglio, La comunicazione al di là della parola, CID-CNV Edizioni, Roma, p. 280)
    Questo fenomeno può essere potenziato dai rituali collettivi dove l'emotività può essere amplificata a livelli abnormi e si può fare affidamento alla riprova sociale con i soggetti più resistenti.

    Fase 2: Flash ipnotico.

    L'Io razionale avverte l'esigenza di scaricare la tensione per ristabilire l'omeostasi del sistema. Può farlo solamente gratificando la richiesta dell'operatore. In tal modo crede di destabilizzare il potenziale ipnotico. Ragionamento: "Ok. Io ti gratifico per poter far cadere il tuo interesse a stimolare ulteriormente il mio inconscio". Ragionamento fallace perché la prima gratificazione avvia un campo affermativo positivo a cui l'Io razionale sarà vincolato secondo la legge di coerenza.

    Se la procedura è andata a buon fine il soggetto avvertirà l'esigenza di realizzare quanto richiesto al fine di scaricare la tensione accumulata.

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    giovedì, marzo 30, 2006

    Atti linguistici, azione attraverso la parola. Parte IV

    Un'altra tecnica utilizzata nell'ipnotismo si chiama incorporazione. In pratica l'ipnotista sviluppa una capacità molto fine, impara a osservare i cenni minimi del corpo (processi ideodinamici) così da commentare e anticipare ciò che sta già avendo luogo e poi attribuire tutto a sè e al proprio potere ipnotico. Questa tenica può essere molto efficace se volete farvi passare come un "fenomeno paranormale". Se per esempio doveste convincere il vostro amico per telefono o mentre state camminando per strada che, quando le persone parlano con voi si verificano cose strane e bizzarre, saprete che presto qualcosa di strano capiterà... non c'è bisogno di poteri paranormali, basta focalizzare la propria attenzione e interpretare gli eventi come diretta causa delle vostra presenza. Nel contesto che avete creato insieme al vostro amico questi eventi diventano eventi paranormali.

    Un'altra tecnica ancora... si chiama induzione fulcro. Posso per esempio fare leva su un fenomeno fisiologico e utilizzarlo per avviare la trance. Questa tecnica si basa sul ricalco e la guida, posso per esempio far leva su un fenomeno piuttosto normale come l'affaticamento delle palpebre e legarlo naturalmente all'effetto che desidero, la trance: "Ora voglio che tu guardi fisso queste due dita, e mentre guardi queste dita voglio che tu continui a fissarle intensamente e mentre le guardi le tue palpebre cominciano a sentirsi stanche, si appesantiscono e stai per sentire il bisogno di chiuderle e quando i tuoi occhi si chiuderanno rimarranno completamente chiusi e non riuscirai ad aprirli". Per essere sicuri dell'effetto finale potete far leva su un altro fenomeno fisiologico chiedendo al soggetto di roteare gli occhi verso l'alto e seguire immaginariamente il vostro dito indice mentre lo fate scorrere dal "terzo occhio" su sulla fronte. Quando gli occhi sono in stato di retrovulsione è molto difficile aprire le palpebre.

    Un altro fenomeno che viene mostrato in ipnosi è la catalessi completa del corpo. Il soggetto viene posto con la testa su una sedia e i piedi sull'altra e rimane dritto come un'asse. In realtà questa non è una posizione impossibile da mantenere anche per una persona che non è in trance (purché sia in forma) perché il peso viene distribuito sulle due sedie, solo che nessuno lo ha mai provato e quindi le persone credono che l'evento dimostri il grande potere dell'ipnotista sul soggetto.

    I vari santoni di turno possono far leva su fenomeni fisiologici naturali e sorprendenti per convincere dei loro poteri. Per esempio, se nascondo sotto l'ascella una pallina di plastica e premo il braccio contro la pallina l'arteria che porta il sangue al braccio si comprime e quindi non è più possibile sentire il polso.

    Posso masticare pezzetti di vetro di una lampadina fino a polverizzarli e il vetro andrà ad attaccarsi al cibo che ho appena mangiato prima, e il vetro non intaccherà le pareti intestinali. Posso trapassarmi alcune parti del corpo con spilli, come la pelle del collo, senza particolari dolori né spargimento di sangue. Posso distendermi su un letto i chiodi purché situati a una distanza sufficiente l'uno dall'altro in modo che il peso si distribuisca, e molto altro ancora, ma per scoprire tutti i segreti del paranormale vi rinvio a libri del CICAP come per esempio "I segreti dei fachiri" Edizioni Avverbi.

    Questo tipo di pratica suggestiva volta ad attivare l'"archetipo magico" nel pubblico o negli adepti è caratterizzabile come "il lato oscuro della forza", pratica da tempo immemorabile ad appannaggio dei potenti e dei medici-sacerdoti per convincere i fedeli di detenere un sacro potere. Le sette si basano proprio sull'incorporazione e l'induzione fulcro: provocano certe reazioni fisiologiche e poi le utilizzano come dimostrazione del loro potere, quindi inducono una sorta di dipendenza.

    Le pressioni sui bulbi oculari mentre l'adepto e in meditazione servono per dimostrare come il maestro sia capace di trasmettere la luce divina, le pressioni sulle orecchie serve per sentire un ronzio che viene interpretato come un suono divino. Le persone che credono a queste interpretazioni non sono stupide, vi garantisco che, dato il contesto appropriato tutto ciò è possibile. Per esempio esercizi di respirazione, canti di mantra prolungati e danze possono provocare un fenomeno molto semplice come l'iperventilazione, ci si può sentire euforici, storditi o con un senso di vertigine. In casi più estremi si verificano tremolii, senso di irrealtà, sudorazione, crampi muscolari, addirittura convulsioni e svenimenti che saranno sicuramente prese come crisi rigeneranti. Questi fenomeni possono inoltre essere favoriti dal regime di vita all'interno delle sette caratterizzato da stress emotivo, lavoro pesante, sonno e alimentazione insufficiente.

    Un altro esempio di come si possa pubblicizzare l'efficacia delle proprie teorie è la camminata sul fuoco. Vi faranno credere che il fenomeno incredibile ha avuto luogo grazie all'efficacia della dottrina pubblicizzata (evidentemente ci sono ulteriori corsi successivi). In realtà le cose non sembrano stare in questo modo: "Il segreto della pirobazia e di altre simili prodezze di sfida al calore sta nella distinzione tra temperatura e calore (o energia interna). Questa distinzione non fa parte del normale senso comune, sebbene tutti noi ne abbiamo esperienza nella vita di ogni giorno. Per esempio: cucinando un dolce, l'aria del forno, il dolce e la pentola sono circa alla stessa temperatura. Nessuno si preoccupa minimamente del calore dell'aria, prima di mettere le mani nel forno, ma sappiamo di non poter toccare la pentola per più di un istante senza ustionarci. [...] La risposta è che materiali diversi contengono, alla stessa temperatura, quantità diverse di energia termica e hanno anche una velocità diversa nel condurre questa energia da un punto all'altro.L'aria ha una bassa capacità termica e una scarsa conducibilità termica, mentre l'alluminio ha un'alta conducibilità termica. [...] Quando mettiamo le mani nell'aria calda del forno, l'energia fluisce dall'aria alle nostre mani. Man mano che l'energia esce dall'aria questa si raffredda e le nostre mani si riscaldano. [...] La pirobazia, ma anche le camminate sulle rocce calde, come viene fatto nelle Fiji, si basa sulla stessa idea. Sebbene possano arrivare a una temperatura veramente alta, questi materiali contengono molta men energia di quanto ci aspetterebbe in base alle nozioni del senso comune sugli oggetti incandescenti. Perciò, apatto di non rimanere troppo tempo sulle braci, i piedi in genere non si riscaldano abbastanza da ustionarsi. In effetti, siccome la capacità termica delle braci è bass mentre quella dei nostri piedi è alta, le braci si raffreddano quando ci si cammina sopra." (Luigi Garlaschelli e Massimo Polidoro, I segreti dei fachiri, Avverbi Edizioni, Roma 1999, pp. 61-62)

    Questo spiega le mancate scottature, ma cosa dire della sensazione di calore molto forte che si dovrebbe normalmente aspettare? Le teniche consigliate da chi vi fa camminare sulle braci si basano sulla misdirection (ricordate la distrazione dell'attenzione in uso nell''illusionismo?) mentre camminate dovrete concentrarvi su un mantra o monoidea: "il muschio è fresco", guardare il cielo e respirate in una maniera particolare ascoltando le urla di incitamento dei compagni. Inoltre la camminata può essere scelta durante periodi della giornata dove è le abituali funzioni fisiologiche sono abbassate (vedi ritmi circadiani).

    Tra le ulteriori prove di poteri paranormali la più gettonata dai vari guru è la veggenza. Per essere un abile veggente, sensitivo o profeta dovete padroneggiare coscientemente o inconsciamente il Milton Model. Un sensitivo è anche un abile ipnotizzatore. Egli utilizzerà un linguaggio abilmente vago e ambiguo così da impegnare l'interlocutore nella ricerca del significato profondo e intrinseco alla frase. Il cliente attiverà una ricerca transderivazionale al fine di dare alle parole un significato come se fossero state dette per lui. Ciò comporta l’attivazione dell’emisfero destro poiché sarà portato ad allucinare e a proiettare dei contenuti immaginati su questa comunicazione.

    Bertram Forer, uno psicologo americano ha ritagliato varie frasi dagli oroscopi e le ha unite insieme per formare un'unica descrizione del carattere, consegnò quindi questo testo agli studenti, dicendo loro che si trattava di una descrizione del loro carattere molto specifica realizzata sulla base dei dati di nascita da loro forniti. 16 studenti su 39 giudicarono che il brano descrivesse in maniera perfetta il loro carattere, gli altri lo giudicarono "quasi perfetto"; il punteggio più basso fu dato da cinque studenti che lo deinirono "buono". (Massimo Polidoro, Trucchi e segreti del paranormale, Muzzio, Scienza, pp. 94-95) Qualcono potrebbe obiettare che i suoi studenti volevano in qualche modo compiacere il loro professore. Ma anche questo è un effetto sfruttato dai sensitivi, per esempio il principio di autorità: "Pensaci bene, ti dico che è così!" oppure l'empatia creatosi e la fiducia portano la persona a fare enormi sforzi pur di adattare alla propria vita ciò che è stato detto.

    James Randi (noto prestigiatore e collaboratore del CICAP) dopo l'attenta lettura del lavoro di Nostradamus e di altri veggenti ha estratto le "regole del perfetto veggente":

    1. Fare tante previsioni, e sperate che qualcosa si avveri. Se ciò avviene, esibitele con orgoglio. Ignorate le altre.

    2. Siate vaghi e ambigui.
    Le dichiarazioni precise possono essere sbagliate.

    3. Usate molto simbolismo. siate metaforici. Utilizzate immagini di animali, nomi e iniziali. I credenti possono combinarle in molti modi.

    4. Per ogni previsione cercate di coprire ciascuna possibilità e scegliete quella che si verifica come il «reale» intendimento della vostra previsione.

    5. Indicate sempre un'origine divina per le vostre predizioni. In questo modo, i detrattori dovranno prendersela con Dio.

    6. Non importata quanti errori fate, andate avanti. I credenti non prenderanno in considerazione i vostri sbagli e continueranno a seguirvi.

    7. Predicate catastrofi: si ricorderanno più facilmente e diventano di gran lunga le più celebri profezie.

    Non ci crederete ma l'ipnotista fa le stesse cose! Copre tutte le risposte possibili, rimane molto vago e ambiguo, fa uso di un linguaggio immaginifico e metaforico, incorpora tutti gli eventi e li utilizza a suo favore prendendosi il merito, indica un'origine "divina e imponderabile" (l'inconscio) del suo potere e nel caso in cui realizza fenomenologie negative (impossibilità ad alzarsi, a parlare, etc...) il suo potere viene enormemente ampliato.


    Implicature conversazionali
    Le implicature conversazionali sono l'esempio classico di come sia possibile originare delle inferenze che vanno oltre a qaunto è stato espresso letteralmente.

    Un esempio:

    - Sai le ore?
    Risposta: Mah, è già passato il lattaio

    Chi ha fatto la domanda potrebbe pensare che l'interlocutore ha cambiato argomento volutamente o che è pazzo, invece non succede così perché la comunicazione segue una serie di regole condivise che consentono un uso razionale ed efficente della lingua e sono:

    Principio di cooperazione da cui discendono le seguenti massime:

    • Massima di qualità (dire ciò che si ritiene vero)

    • Massima di quantità (date un contributo che soddisfi quanto richiesto e non siate più informativi del necessario)

    • Massima di relazione (siate pertinenti)

    • Massima di modo (siate chiari)

    Anche se la comunicazione non è sempre improntata a queste massime di razionalità ed efficacia, normalmente gli ascoltatori presuppongono che a un livello profondo i principi sono stati rispettati, così succede che alla domanda: "Dov'è Carlo?" la risposta "C'è una BMW gialla davanti alla casa di Anna" viene considerata in qualche modo congrua.

    In genere l'implicatura consente di dare un senso a discorsi che apparentemente non ne avrebbero e proprio per questo che i veggenti ne abusano. In questo caso si dice che l'implicatura è stata deliberatamente oltraggiata la fine di sfruttare la violazione della massime e costringere l'interlocutore a fare proprie alcune inferenze.

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    mercoledì, marzo 29, 2006

    Atti linguistici, azione attraverso la parola. Parte III

    Il Monoideismo e la fede

    Usualmente si distinguono diversi tipi di trance: ipnotica, mistica, medianica, psichedelica. Lo stato di trance può quindi essere indotto in svariati modi. Se durante la trance l'attenzione della persona persiste per un tempo sufficiente nel suo monoideismo allora può manifestarsi una ideoplasia. In tal caso l'idea ha trasformato il suo contenuto in azione in virtù della stretta correlazione tra mente e corpo. Si può persino arrivare alla realizzazione di svariati fenomeni psicosomatici tra cui le stigmate.
    A questo proposito Alfonso Siani scrive: "Se una persona, che partecipa ad una funzione liturgica molto toccante in un Santuario rinomato dove si è recata con un'aspettativa di guarigione da una malattia, ad un certo punto entra in trance in uno dei modi prima visti (anche senza saperlo) e la sua attenzione è focalizzata unicamente sull'idea di guarigione, se indugia adeguatamente su tale idea realizza un'ideoplasia, in altre parole dà avvio ad un processo di guarigione che può essere più o meno veloce." (Alfonso Siani, Manuale di ipnosi, Selecta Medica , Pavia, 2000, p. 7)

    D'altronde la fede consiste in alcuni "ingredienti" ben conditi fra loro: forte aspettativa positiva, attivazione emotiva, abbassamento della funzione critica e monoideismo.

    Questi quattro elementi garantiscono l'attivazione dell'emisfero destro capace di influire - in virtù di ideodinamismi - sulle funzioni che regolano soma e sistema neurovegetativo: "il cervello psichico, pre-ipotalamico, mobilizza l'energia affettiva annessa all'idea per dar luogo, nell'ipotalamo che fa da trasformatore ad una sintesi di neurotrasmettitori, di mediatori, di peptidi e di ormoni, i quali a cascata trasmettono l'informazione di quella sia nel cervello nervoso, post-ipotalamico, e sia nel resto del corpo, per trasformarla in azione." (Alfonso Siani, Manuale di ipnosi, Selecta Medica , Pavia, 2000, p. 57)

    Quando si parla di ipnosi ci si riferisce spesso a un "vuoto di potere" o a uno stato di regressione a modelli di funzionamento arcaici. Sostanzialmente con queste metafore si fa riferimento al blocco dell'emisfero dominante (sinistro) e all'accesso all'emisfero destro mediante un linguaggio appropriato alla logica di tale emisfero.
    Lo stato alterato di coscienza che ne deriva può essere utilizzato come insegnava Erickson a superare o a ristrutturare i limiti derivanti dagli schemi cognitivo/comportamentali operanti durante lo stato di veglia.

    Le parole, i simbolismi, i gesti evocano, stimolano ricerche transderivazionali, sono potenti riflessi condizionati che mobilizzano energie emotive capaci di trasformare l'idea suggerita in ideoplasia.
    "...ad ogni parola, ad ogni metacomunicazione, ad ogni significato, formanti la cultura dell'emisfero sinistro, corrisponde una rispettiva energia psicodinamica, che rappresenta la registrazione della stessa esperienza nell'emisfero destro, pronta per essere mobilizzata. Ricordo per inciso che la mente inconscia dispone anche di tutta l'esperienza trasmessaci dagli avi (inconscio collettivo)" (Alfonso Siani, Manuale di ipnosi, Selecta Medica , Pavia, p. 34)

    La parola che penetra nell'emisfero destro (per distrazione o sovraccarico dell'emisfero sinistro e per attivazione dell'emisfero destro) si trasforma in suggestione, in convincimento assoluto, in fede in quanto nell'emisfero destro non è presente la funzione critica. In magia si insegna a non raccontare a nessuno i particolari rituali che si stanno praticando...

    Ipnosi illusionismo e poteri paranormali
    Ipnosi e illusionismo... un legame forse poco evidente ma che può cominciare a definirsi a partire da un esempio di induzione:

    Preambolo

    (siediti accanto al soggetto sul suo lato sinistro - se sei destro perché dovrai usare la mano destra)

    "Puoi sederti comodamente, perfavore?

    ....

    "Ti spiace se mi siedo accanto a te?"
    (Rassicura che non stati inducendo la trance, che prima vuoi semplicemente spiegare una tua teoria e poi chiederai il permesso di indurre la trance, quindi non è necessario che ora vada in trance.)

    "Qual'è il tuo animale preferito?"
    (catturi l'attenzione del soggetto, apparentemente il rapporto è adulto-adulto mentre analogicamente è adulto-bambino. È tipico infatti per il bambino ricevere una serie di domande curiose. Fai altre domande per stabilire rapporto)

    "Una cosa che mi ha sempre affascinato è il modo con cui gli animali portano in giro i loro piccoli. Sai a cosa mi sto riferendo, non è vero?"

    "Si, esatto. La madre semplicemente con i suoi denti li prende in modo molto delicato per la collottola e il cucciolo completamente rilassato si lascia dondolare mollemente. Un momento prima poteva saltellare vivacemente e giocare e poi, nel momento in cui viene preso, questa creatura vivente diventa completamente rilassata. Chiaramente c'è una buona ragione per questo. Per milioni di anni la natura ha svillupato e implementato a livello profondo una serie di riflessi innati. Nel momento in cui la pelle della nuca viene presa, il processo di sospendere e spegnere ogni attività compare automaticamente. Una gatta non ha bisogno di dire: "Ora, sii un bravo bambino/a" (usate il sesso del soggetto) "Sono qui per aiutarti. Vieni con me senza lottare. Sii rilassato e fiducioso" E il piccolo, un atttimo dopo diventa flaccido e totalmente rilassato. Puoi immaginarti chiaramente/facilmente questo, non è vero?

    (Lo scopo è quello di imprimere chiaramente l'immagine del gattino, inoltre si usa la sottolineatura analogica per fare passare metaforicamente alcuni concetti come rilassamento e fiducia nell'ipnotista.)

    "Ti starai chiedendo come funziona questo riflesso. Bene, nella spina dorsale a livello della nuca ci sono certe parti importanti del sistema nervoso. Sono le parti più antiche che regolano l'eccitazione e il rilassamento. L'attivazione di alcune aree possono farti sentire molto sveglio e attivo mentre altre parti hanno l'effetto opposto e tu cominci a sentirti assonato. Esperimenti autorevoli hanno dimostrato che queste strutture sono presenti in tutte le persone, a dire il vero in tutti i mammiferi e quindi noi lo abbiamo ereditato da loro."
    (Deve passare in modo scientifico l'autenticità del fenomeno)

    "Così appena la pelle del collo del cucciolo viene presa e contratta i nervi della spina dorsale immediatamente comunicano irresistibilmente: "Afflosciati, rilassati, assonnato, occhi chiusi, vieni semplicemente con me" Questo è molto più facile per la madre piuttosto che verbalizzare: anche perché ha la bocca è già occupata. Non è meravigliosa la natura?"

    "E come ho detto gli esseri umani hanno gli stessi centri nel cervello come gli animali.
    Mi chiedo se tu hai mai pensato a come si deve sentire un cucciolo quando viene preso? Certamente non possiamo chiederglielo. Ma sembra che la natura rende piacevole ciò che è necessario. Quando sei affamato provi grande piacere nel mangiare. Quando hai sete anche un bicchiere fresco d'acqua è stupendo. E i gattini sembrano certamente felici quando la madre si prende cura di loro. Possiamo presumere che ciò è dovuto alla necessità che la madre quando sono piccoli li prenda per la collottola. E noi umani abbiamo gli stessi centri nel nostro cervello."
    (Ricorda che la persona è sempre in contatto con te con gli occhi e deve fare un certo sforzo girandosi, l'immagine dei gattini comincia ad essere veramente interessante così come abbassare il collo e togliere la tensione.)

    "Io credo che se fossi un gattino, il sentimento evocato dall'essere preso per il collo sarebbe per me il seguente: all'inizio sentirei il piacere della pelle gentilmente toccata e subito dopo avrei il sentimento di calore e di qualcuno che si prende cura di me. (comincia a parlare lentamente e in modo assonnato, ciò dà il tempo alla persona di tradurre queste informazioni in sensazioni). Ciò mi porterebbe a una sensazione di totale beatitudine e rilassamento, e tutti i miei muscoli si affloscerebbero. (dillo lentamente e ricalca e guida non verbalmente la persona in trance, quando dici si affloscerebbero rillassa i tuoi muscoli specialmente quelli del viso, tutto ciò si basa sul sistema automatico di imitazione degli esseri umani quando interagiscono.) La mia testa cadrebbe in avanti (fallo vedere) Sarebbe uno dei più grandi piaceri della mia vita. Un po' come dormire ma non addormentato. (pausa) Sarebbe come volare. (pausa) Volare per l'aria leggero sensa sforzo, beato, in pace, rilassato, niente potrebbe essere migliore.

    (poi passa a un tono più veloce e concitato molto diretto) "Ora, questo riflesso può essere usato in ipnosi nel modo più rapido e piacevole possibile. (la velocità e concitazione permette di sovraccaricare, continuate con questo tono)
    "A dire il vero le persone pensano che l'ipnosi non sia altro che la corretta attivazione di questo riflesso nel midollo spinale. Alcuni ipnotisti lo fanno lungamente e pesantemente con le parole. Ma io ti dimostrerò, se tu sei d'accordo, come è facile nel modo in cui lo fanno tutti gli altri mammiferi. Con il tuo permesso ti accarezzerò gentilmente la pelle del tuo collo e all'inizio sentirai un senso di rilassamento calare su di te, la tua testa si piegherà fino a cadere mollemente in avanti e ti sentirai magnificamente. Ti piacerebbe provare?
    (Avuto il sì passate a massaggiare con la mano possibilmente bella calda il collo dall'alto in basso con il pollice e l'indice tirando la pelle indietro, non c'è bisogno di parlare anche se di tanto in tanto potrai ricordare il gattino o l'animale preferito e le sue sensazioni).

    Poi ti tiri indietro e chiedi come è andata. Se tutto è andato come previsto: "Molto bene, hai visto come è facile, ora sono sicuro che ti coinvolgerai nel provare ancor più quel sentimento di.. (usa la frase usata dal cliente).
    (in questo modo installi un processo di rinforzo e le trance una dietro l'altra conducono invariabilmente a una trance ancor più profonda. Infatti questo svegliare e addormentare va fatto più volte fino a quando dichiarerai: "Ora sei in uno stato profondo di trance" e si passa alle fasi successive. )

    L'induzione vera e propria dura solo qualche secondo ma ciò che conta in questa trance sono le premesse. Un pubblico non accorto non se ne renderà conto e penserà che l'ipnotista è stato bravissimo mentre sono i preamboli (cioè settare le convinzioni) e il contesto, che determinano la trance. In un altro contesto l'induzione non avrebbe avuto alcun senso e quindi alcun effetto.

    La cosa curiosa è che il processo ha effetto indipendentemente dalla verità del fatto scientifico e dalle ragioni apportate dall'ipnotista per supportare e spiegare il fenomeno.

    In questo caso l'ipnotista ha utilizzato una tecnica da prestigiatore, ha distratto l'attenzione e poi ha fatto intendere che la trance iniziasse dal massaggio sulla nuca mentre come in molti giochi di prestigio il trucco era già avvenuto prima ancora di incominciare.

    to be continued...

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