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martedì, aprile 04, 2006

La Disseminazione

Il racconto di storie e aneddoti è un'ottima tecnica di comunicazione a doppio livello capace di mettere in moto gli adeguati processi associativi.

Per potenziare tale approccio comunicativo il predicatore o guaritore si può avvalere anche della tecnica di disseminazione (interspersal technique - tecnica introdotta da Milton Erickson nella pratica dell'ipnoterapia negli anni '60).

Se è vero che la mente cosciente (l'emisfero sinistro) tende a decifrare passo per passo il senso di un discorso e a inserirlo all'interno di un determinato contesto, è anche vero che ogni parola è portatrice di associazioni individuali e letterali al di là del contesto nel quale si situa. Questo vuol semplicemente dire che una volta che il fedele viene chiamato sul palco al cospetto della figura carismatica le associazioni represse, rimaste nell'inconscio talvolta si riattivano, perché "nelle particolari condizioni della trance, dove la dissociazione e il letteralismo sono accresciuti, possono giocare un ruolo significativo nella facilitazione di una risposta comportamentale che sorprende la coscienza" (Milton H. Erickson, Tecniche di suggestione ipnotica, Astrolabio, Roma 1979, p. 282)

Il letteralismo, le allusioni, i giochi di parole, sono infatti pane per i denti dell'inconscio. Queste frasi sfuggite all'attenzione della coscienza che era stata fissata nell'ascolto della predica, funzionano come suggestioni subliminali.

Verranno perciò disseminate lungo il discorso, alcune parole e concetti con un particolare tono di voce e attraverso gesti quasi impercettibili. Tali suggestioni sono l'equivalente della suggestione diretta e palese dell'operatore durante un'induzione formale di trance.

La migliore descrizione di questa strategia l'ho trovata nel libro Il linguaggio del cambiamento di Watzlawick:
"[...] in altri termini: ci si immagini una pagina di un libro che sembri non contenere altro che una descrizione lunga, senza importanza, noiosa, appunto soporifera, su cui però alcune parole siano sottolineate. Se ora queste parole vengono lette nell'ordine in cui si presentano, danno un significato completamente diverso da quello della pagina in cui si trovano. [...] la percezione dell'immagine nascosta, dovrebbe essere tipicamente una capacità dell'emisfero destro e dunque la tecnica di disseminazione una via di accesso a questo emisfero." (p. 65)

Un esempio dell’utilizzo dell’analogical marking per indurre il cliente grattarsi il naso:
" ...realize that you have to start from scratch and nobody really knows "

Devi renderti conto che occorre partire da zero (ma scratch può anche voler dire al di fuori del contesto della frase grattarsi) perché nessuno veramente sa.
scratch knows = è l’equivalente fonologico di scratch nose=grattati il naso

Tale descrizione presenta interessanti analogie con le ricerche di Saussure (noto linguista svizzero) che analizzando la struttura della poesia greca e latina rinvenne le tracce di una attività segreta del poeta, alle quali diede il nome di anagrammi (Jean Starobinski, Le parole sotto le parole, trad. it., il melangolo, Genova, 1982).

Oppure pensiamo agli schizofrenici e alla loro caratteristiche insalate di parole, si tratta di un torrente di frasi, sconnesse e incoerenti. Milton prese a studiare questi discorsi pensando che potessero essere altro che una maschera per nascondere dei significati, frammentati e dispersi nelle espressioni verbali. In questo modo Erickson sviluppò il suo particolare stile comunicativo che consisteva nel produrre discorsi incoerenti tra cui nascondere, in forma frammentata una comunicazione significativa che si stagliava sullo sfondo grazie all'analogical marking (segno analogico).

L'analogical marking (questa sottolineatura subliminale delle parole) può essere fatta attraverso variazione minime della cadenza della voce o su qualsiasi altro livello N.V. (prossemica, cinesica, paralinguistica, digitale), spesso queste sottolineature sono precedute da pause e le parole sono menzionate durante l'espirazione del paziente e con tono sommesso.

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