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martedì, marzo 28, 2006

Atti linguistici, azione attraverso la parola. Parte II

Si dice che un atto linguistico può essere ben riuscito solo quando soddisfa e si attiene a una procedura convenzionale esistente e lo fa in modo corretto e completo secondo il contesto appropriato determinando così il risultato previsto secondo la volontà dell'autore.
Per contesto appropriato si intende che le circostanze, le persone, i pensieri, le emozioni e le intenzioni sono appropriate e congruenti.

Una definizione di questo tipo francamente mi fa venire in mente ciò che scrisse il "mago" Aleister Crowley nel suo Magick in Theory and Practice:

"«Definizione: La Magia è la Scienza e l'Arte di causare il verificarsi di Cambiamenti conformi alla Volontà.
«Postulato: Qualsiasi Cambiamento si richieda, può essere provocato mediante l'applicazione di un giusto grado d'una certa Forza nel giusto modo attraverso il giusto mezzo ad un giusto oggetto.
«Teoremi:
1. Ogni atto intenzionale è un Atto Magico.
[...]
4. Il primo requisito necessario per provocare qualsiasi cambiamento è la completa comprensione, qualitativa e quantitativa, delle condizioni.
5. Il secondo requisito necessario per provocare qualsiasi cambiamento è la capacità pratica di mettere in azione le forze adatte."

Se prendiamo l'esempio di un atto magico del tipo "con questo io ti libero dal malocchio!" sappiamo che può avere effetto solo se le persone coinvolte hanno i pensieri, i sentimenti e le intenzioni richieste dalla procedura e se la procedura è stata eseguita come richiesto. Inoltre questa procedura il più delle volte si fonda su convenzioni ratificate dalla comunità di appartenenza.

Il potere della magia risiede proprio nella capacità della parola di suscitare immagini e emozioni nell'interlocutore.
Per il mago l'immaginazione è realtà, perché quando un uomo immagina qualcosa crea effettivamente una forma pensiero sul Piano Astrale. Questa forma pensiero può avere effetti benefici o malefici una volta che è stata vitalizzata dalla Volontà, dall'Emozione e dalla Fede. A questo proposito scriveva Paracelso: "L'immaginazine è come il sole, la cui luce non è tangibile, e tuttavia può incendiare una casa".

Queste forme pensiero hanno una caratteristica peculiare, possono sfuggire al controllo del loro creatore che ne rimane effetto.
Qualcosa di simile accade quando acquistiamo un cagnolino per il nostro piacere, perché ci tenga compagnia. Col tempo esso diventa il nostro padrone, ne siamo dipendenti e dobbiamo soddisfare tutte le sue voglie.

In altri casi le forme pensiero sono create e potenziate dalla collettività. Si parla allora di una eggregora, cioé di una creazione sul piano astrale frutto della forza psichica congiunta di un certo numero di persone costituenti la catena magica.

I cerimoniali magici hanno proprio la funzione di creare e potenziare queste forme pensiero tramite il coinvolgimento emotivo nei confronti di qualcuno, di qualcosa, di un'idea.

In altri casi succede che la forma pensiero sopravviva all'autore. Per esempio i mondi descritti da Tolkien esistono ancora e possono essere visitati da tutti noi quando leggiamo i suoi libri. Lo stesso vale per qualsiasi personaggio di fantasia. Questi personaggi esistono in un mondo parallelo, chiamatelo come volete piano astrale o mondo 3 come lo chiamava Popper, il mondo dello spirito umano delle sue storie e racconti continuamente potenziato e vitalizzato da tutti coloro che vi credono ancora.

Quando per esempio si segue con devozione una certa tradizione spirituale viene spesso chiesto all'adepto di visualizzare la catena dei guru fino al capostipite perché gli impartiscano l'insegnamento, magari durante il sogno e lo proteggano nel suo cammino.

Talvolta capita che queste idee cominciano a proliferare in modo "selvaggio", è per esempio il caso delle leggende metropolitane. In certi ambienti esoterici per esempio, la leggenda vuole che il romanzo Necronomicon di Howard P. Lovecraft si riferisca a divinità arcaiche realmente esistenti, divinità che il mago sarebbe in grado di evocare. Secondo Crowley invece gli spiriti e le entità con cui il mago viene in contatto sono manifestazioni di livelli (individuale o collettivo) dell'inconscio dell'uomo.

In modo simile in ipnosi si parla di monoideismo plastico: quando una persona concentrandosi su un solo punto arriva ad annullare tutto il resto e si fa guidare da quel punto, da quell'immagine. In ipnosi si è dimostrato che tramite le ideoplasie o se volete le forme pensiero è possibile agire sul proprio corpo.
Effetti particolarmente evidenti di questo fenomeno sono presenti nei gruppi settari, nei fondamentalismi ma anche il monoideismo degli atleti consente loro di superare ostacoli per altri insormontabili. Il monoideismo plastico non è altro che un fenomeno molto potente di risposta ideodinamica presente per esempio nella gran parte dei cosidetti "fenomeni paranormali" come il tavolino che si sposta, il pedolino che si muove, la scrittura automatica, la rotazione della bacchetta dei rabdomanti. Tutti questi fenomeni si verificano, quando la mente è assorta in concentrazione, allora i muscoli obbediscono alla immagine mentale senza che l'operatore se ne accorga.
In effetti l'ipnosi non è altro che una trance (cioè uno stato di forte attenzione responsiva) in cui si verificano fenomeni di ideoplasia. Si dice perciò che l'ipnosi è uno stato di trance (stato alterato di coscienza) con fenomeni ideoplastici auto o eteroindotti.

Il fenomeno del monoideismo plastico è ben presente anche in taluni percorsi di meditazione orientale:
"Il suono che ode un Muni (Yogin) chiudendo con le dita le orecchie deve essere ascoltato attentamente finché la mente non vi si fissa fermamente. Con l'audizione di Nada i rumori esterni divengono impercettibili. Lo Yogin entra nella beatitudine con il superare le distrazioni della mente (ottenendo il monoideismo) nello spazio di due settimane. [...] Ove la mente si attacca per prima, là vi rimane, quindi vi si assorbe. Così come l'ape succhia il nettare e non si fa distrarre dal profumo del fiore, la mente assorbita in Nada non è distratta da oggetti di fruizione. Come un elefante che vaga per il giardino dei piaceri così la mente può essere controllata col pungolo di Anahata Nada. Presa nella trappola di Nada la mente diviene come un uccello con le ali strappate. Chi desidera la regalità dello Yoga studi e ascolti i suoni interni, la mente raccolta e libero da ogni affanno. Nada è per la mente la trappola che la rende simile ad un capriolo immobilizzato alla mercé del cacciatore. Nada è per la mente il catenaccio che chiude la dimora del cavallo. Sempre perciò lo Yogin si dedichi all'ascolto di Nada. Il mercurio della mente (mobile come il mercurio per sua natura) viene privato della sua irrequietezza calcinandolo con lo zolfo di Nada. [...] La mente è come una serpe che resta incantata dal suono di Nada, dimenticando la sua mobilità non può fuggire. Come il fuoco si estingue dopo aver bruciato il suo combustibile, così la mente si estingue dopo aver avuto per oggetto di consumazione il Nada. Come il capriolo udendo le campane resta ipnotizzato e l'arciere lo colpisce, così è della mente udendo Nada." (Ugo Plez, Il vero volto del Raja Yoga, MEB, pp. 162-164)

to be continued...

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